Inceneritore: la Giunta Provinciale vuole cambiare le carte in tavola

 

In questi giorni è iniziata la discussione in Consiglio Provinciale del disegno di legge n° 198 (legge finanziaria 2007) presentato il 31 ottobre dal Presidente della Giunta Provinciale.

Tra le pieghe del disegno di legge (articoli 45 e 46) si nascondono alcune rilevanti modifiche in materia di gestione dei rifiuti, chiaramente finalizzate a “blindare” l’iter per la costruzione (e per la gestione) dell’inceneritore.
Con questi “ritocchi” normativi la Giunta Provinciale vuole “cambiare le carte in tavola”, ovvero alterare le “regole del gioco”, quando la partita è già incominciata. Vediamo come.

Attualmente il Testo unico delle leggi provinciali in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti (DPGP, 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl. e s.m.) stabilisce che alle fasi del servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani “provvedono tutti i comuni, mediante convenzione tra loro, all’interno di un unico ambito provinciale”, e precisa che “la convenzione individua, tra l’altro, il comune capofila, l’assetto proprietario relativo ai predetti impianti (…), nonché le modalità di determinazione della quota di tariffa relativa allo smaltimento con recupero energetico, assicurando comunque la copertura dei costi di esercizio ivi compresi gli oneri di ammortamento” (comma 2, articolo 72).

Ora la Giunta Provinciale propone di inserire dopo le parole “provvedono tutti i comuni” le parole “o le comunità, se costituite” (art. 45, comma 3, a del ddl 198). Questo significa che una volta costituite le comunità di valle – entro il 2007- saranno queste ultime a dover provvedere alle fasi del servizio di gestione dei rifiuti urbani e non i comuni. Ma le amministrazioni comunali sono a conoscenza di questo tentativo di “esproprio” di competenze? Lo condividono? I consigli comunali sono stati informati della cosa? A questo punto anche la famosa convenzione sarà stipulata tra le 15/20 comunità di valle e non tra i 223 comuni del Trentino.

Come si può intuire, per la Giunta Provinciale sarà molto più semplice trovare il consenso di 15/20 presidenti di comunità di valle – e almeno la metà sarà di stretta osservanza margheritina! – che non ottenere il beneplacito di tutti i sindaci del Trentino. In questo modo il presidente Dellai e gli assessori competenti non saranno tenuti a confrontarsi continuamente con quelle amministrazioni comunali, in particolare della Piana Rotaliana, che da tempo hanno espresso la loro contrarietà alla costruzione dell’inceneritore a Ischia Podetti. Col ddl 198 si propone, inoltre, di sostituire la definizione “comune capofila” con quella di “ente capofila” (art. 43, comma 3, b del ddl 198), senza però specificare – e non è una “dimenticanza” di poco conto – se questo sarà un ente pubblico, oppure un ente di diritto pubblico, oppure ancora un ente privato, con tutte le conseguenze del caso. Il termine Ente, che sostituisce quello di comune capofila, potrebbe indicare semplicemente Provincia Autonoma di Trento.

In tal caso l’“affare” inceneritore tornerebbe ad essere controllato direttamente da Piazza Dante e non da Palazzo Thun (comune di Trento), che ha il compito di provvedere “transitoriamente” alle “attività di costruzione e di gestione dell’impianto di trattamento e di smaltimento con recupero energetico la cui localizzazione è prevista nel territorio del comune di Trento” (art. 72, comma 7 del DPGP, 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl.) solamente fino “alla stipulazione della convenzione”. Se non è così perchè si vuole sostituire la definizione chiara e corretta di comune capofila con quella, ambigua, di ente? Altre modifiche normative, assai discutibili, riguardano la destinazione delle tariffe riscosse dai comuni o dai soggetti gestori per la gestione dei rifiuti urbani. Fino a questo momento il comma 5 dell’articolo 71 bis del Testo unico prevede che le “somme recuperate ai sensi del presente articolo sono destinate” dai comuni o dai soggetti gestori “alla realizzazione di iniziative dirette alla riduzione della produzione dei rifiuti urbani, alla raccolta differenziata e al recupero degli stessi, ivi compresa l’installazione di piattaforme di compostaggio e di centri di raccolta…”.

La proposta correttiva prevede che tale destinazione abbia validità “fino all’anno 2006” (art. 43, comma 2, c del ddl 198). Ma allora – vi chiederete – dove finiranno le somme riscosse? Finiranno – lo chiarisce un’altra proposta di modifica (art. 43, comma 2, a) – per “concorrere alla dotazione del fondo degli investimenti programmati dai comuni previsto dall’articolo 11 della legge provinciale 15 novembre 1993, n. 36, con vincolo di destinazione a interventi di riqualificazione ambientale”.

Si preferisce, quindi, indicare una vaga e generica destinazione a interventi di riqualificazione ambientale piuttosto che mantenere le precise disposizioni previste dal Testo unico e sopra riportate (comma 5, art. 71 bis). Dulcis in fundo… con l’articolo 46 del ddl 198 la Giunta Provinciale si propone di raddoppiare i contributi annui ai comuni che ospitano sul proprio territorio impianti di smaltimento dei rifiuti solidi urbani (discariche). Si passa dalle 30.000 lire per tonnellata di rifiuti conferiti ai 30 Euro. Forse con questo nuovo canone la Giunta Provinciale spera di mettere il silenziatore a possibili proteste, che potrebbero scoppiare quando le comunità locali si accorgeranno quale “merce pregiata” – ceneri prodotte dal processo d’incenerimento – sarà depositata nelle attuali discariche, trasformate in siti speciali per residui pericolosi.

Premesso ciò, la sezione trentina di Italia Nostra onlus, ritiene indispensabile e doveroso che il proponente di questo disegno di legge fornisca al Consiglio Provinciale, al Consiglio delle Autonomie Locali, alla Città di Trento e alla collettività trentina, dettagliate spiegazioni in merito alle proposte di modifica della normativa in materia di gestione dei rifiuti.
Da parte nostra, comunque, chiediamo ai Consiglieri provinciali di stralciare dal disegno di legge gli articoli 45 e 46, perché convinti che la normativa vigente garantisca meglio il “coinvolgimento costante e diretto degli Enti locali al processo di realizzazione e gestione dell’inceneritore”, così come auspicato dal Consiglio delle Autonomie Locali nelle osservazioni al Terzo Aggiornamento del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti (17 agosto 2006).

Per la sezione trentina di Italia Nostra
Paolo Mayr e Salvatore Ferrari

 Aggiornato il 8 ottobre 2006