Complesso carcerario di Trento – Richiesta di annullamento dei provvedimenti rilasciati tra il 1993 e il 2003

 

Egr. Signor Lorenzo Dellai
Presidente della Giunta della Provincia
Autonoma di Trento
Piazza Dante, 15
38100 Trento

e p.c. Egr. dott. Michele Mazza
Commissario del Governo
per la Provincia di Trento
Via Piave, 1
38100 Trento

Gentile dott.ssa Margherita Cogo
Vicepresidente della Giunta della Provincia
Autonoma di Trento e Assessore alla Cultura
Via San Marco, 27
38100 Trento

Egr. dott. Guido Improta
Capo di Gabinetto del Ministro
per i Beni e le Attività Culturali
Via del Collegio Romano 27
00186 ROMA
fax: 06/67232287

Egr. prof. Salvatore Settis
Presidente del Consiglio Superiore
per i beni Culturali e paesaggistici
Via di S. Michele 22
00153 ROMA
fax 050-563513

Oggetto: richiesta annullamento dei provvedimenti rilasciati dalla Commissione Beni Culturali e dal Servizio Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento in merito al “non interesse storico-artistico” del complesso carcerario di Trento (p. ed 1271/2, C.C. Trento)

Egregio presidente,

tra il 1993 e il 2003 la Commissione Beni Culturali (provvedimento del 27 ottobre 1993, prot. 5791/93) e il Servizio Beni Culturali (determinazione del dirigente n. 318 del 27 luglio 2001 e n. 1178 del 5 dicembre 2003) della Provincia Autonoma di Trento hanno dichiarato e ribadito l’assenza di “interesse storico-artistico” del complesso carcerario (p. ed 1271/2, C.C. Trento), di proprietà del Demanio dello Stato. Dopo aver esaminato attentamente la documentazione conservata presso l’archivio storico della Soprintendenza per i Beni Architettonico della PAT, dopo aver effettuato un sopralluogo all’interno dell’edificio di pena – autorizzato dal Ministero di Grazia e Giustizia ed effettuato dai sottoscritti il 16 maggio scorso –, dopo aver svolto una serie di ricerche storico-archivistiche in merito alla progettazione, alla costruzione e alle modifiche del complesso monumentale “Tribunale-Carceri”, la sezione trentina di Italia Nostra onlus non può che ribadire con forza il valore storico, artistico e architettonico del carcere ottocentesco di Trento e chiedere l’annullamento dei provvedimenti sopra citati per i seguenti motivi:

1. il mancato rispetto da parte degli uffici provinciali preposti alla tutela del patrimonio culturale del comma 1 dell’articolo 3 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. leg. 42/2004) relativo al procedimento di verifica dell’interesse o del non interesse storico-artistico di un bene culturale. Nell’elaborazione di tutti i provvedimenti sopra ricordati è infatti mancata quella “adeguata attività conoscitiva” a cui fa riferimento il comma 1 dell’articolo 3 del D. leg. 42/2004. Lo dimostrano alcuni fatti:

• il sopralluogo effettuato in data 20 ottobre 1993 dal funzionario incaricato del procedimento è stato superficiale e parziale. Manca il verbale del sopralluogo.

• nella determinazione della Commissione Beni Culturali del 27 ottobre 1993 si citano la “documentazione agli atti e la relazione estesa dal tecnico del Servizio Beni Culturali”. Di tutto questo non c’è traccia nel fascicolo “Tribunale-Carcere” da noi visionato. Esiste solo un promemoria del 20 ottobre 1993 privo di qualsiasi elemento di analisi storica, architettonica ed artistica del complesso carcerario, oggetto del provvedimento.

2. la mancanza del parere delle autorità ecclesiastiche locali in merito alla decisione di demolire la chiesa annessa al carcere, ancora in uso come luogo di culto e consacrata al “Buon Pastore” nel 1881, come risulta dalla documentazione conservata presso l’Archivio Diocesano Tridentino. Evidentemente non sono state rispettate le disposizioni in materia di tutela dei beni culturali ecclesiastici previste dall’Intesa tra Conferenza Episcopale Italiana e Ministero per i Beni Culturali e le Attività Culturali, valide anche sul territorio della Provincia Autonoma di Trento.

Le lacune procedurali e gli errori di valutazione, alla base dei provvedimenti emanati dagli organi provinciali di tutela, sono di una gravità inaudita.
Giustamente qualcuno ha parlato della “Caporetto della tutela dei beni culturali” in Trentino, mentre l’ex-presidente della Giunta Provinciale di Trento ed ex presidente della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, dott. Carlo Andreotti, ha definito “errore inammissibile e condannabile” la decisione di non tutela della Carceri e ha evidenziato il “possibile motivo per il TAR di annullamento di ogni delibera di abbattimento delle carceri stesse”.

Qualora la Giunta Provinciale decidesse di non annullare i provvedimenti e di dar seguito alla sciagurata decisione di demolizione del complesso carcerario la sezione trentina di Italia Nostra onlus si riserva la possibilità di intraprendere tutte le azioni legali possibili per evitare questa offesa al patrimonio culturale collettivo.

Non escludiamo, inoltre, di chiedere alla Commissione dei Dodici, al Parlamento e al Governo la revisione delle Norme di attuazione dello Statuto speciale per la Regione Trentino-Alto Adige per quanto riguarda le disposizioni sul patrimonio storico e artistico (DPR 690/1973 come modificato dal decreto legislativo n. 506/1998), in modo da prevedere – in casi eccezionali ed in presenza di evidenti vizi di forma e di sostanza in provvedimenti emanati dagli organi provinciali di tutela – l’intervento di annullamento da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali o da parte del Consiglio dei Ministri.

In alternativa si chiederà al Governo di inserire tra i beni di interesse nazionale, oltre al Doss Trento, anche il complesso unitario “Tribunale-Carcere” di Trento, rivedendo l’articolo 1 del DPR n. 48/1973, come modificato dal decreto legislativo n. 488/1988, che individua i beni esclusi dalla competenza provinciale.

RingraziandoLa anticipatamente per l’attenzione e in attesa di una sua risposta, Le inviamo i nostri più cordiali saluti.

Trento, 18 settembre 2007

ing. Paolo Mayr
presidente della sezione trentina
di Italia Nostra onlus

dott. Salvatore Ferrari
vicepresidente con delega per i beni culturali
della sezione trentina di Italia Nostra onlus