Fabio Binelli

Pista ciclopedonale Tione-Verdesina - Osservazioni in merito al progetto

data: 
Mar, 01/08/2006

 

Molto sinteticamente il progetto definitivo dell’aprile 2005, a firma degli ingegneri Eugenio e Fabio Binelli, prevede la partenza a valle dalla zona nord dell’area artigianale di Preore e dal ponte che ivi attraversa il Sarca, di correre in sponda sinistra del fiume, parallelamente alla Strada Provinciale 34, di passare in sponda destra poco prima del rio Finale con un impegnativo ponte ad arco superiore ed infine considera di raggiungere Verdesina e Villa Rendeva, risalendo a valle della strada statale.

Il percorso tra Tione e Verdesina è stato esaminato attentamente, e più volte, da alcuni componenti della Direzione trentina di Italia Nostra, pensato e ripensato alla luce dei principi e delle caratteristiche fondamentali che a nostro parere dovrebbero guidare la realizzazione di una pista ciclopedonale.

Essa dovrebbe costituire un percorso alternativo a quello veicolare motorizzato, adatto all’uso sia estivo che invernale, non però una struttura ad esclusivo uso sportivo, ma un cammino da percorrere serenamente in un ambiente il più possibile naturale, lontano da inquinamenti chimici ed acustici. Per rispondere a queste necessità esso può presentare, a nostro parere, anche tratti fuori standard da percorrere a senso unico alternato o anche solo a piedi.

Da non sottovalutare anche l’utilità di ripercorrere vecchi percorsi rurali esistenti, per la loro indubbia valenza storico-tradizionale-ambientale e per il contemporaneo conseguente contenimento dei costi. Per l’opportunità e necessità del rispetto delle caratteristiche sopra ricordate, ci è sembrata nel complesso negativa la soluzione proposta in sponda sinistra: - per la forzatura di parte del percorso, parallelo e contiguo alla S.P. 34, talmente innaturale da rendere necessario lo spostamento a monte della strada in un banco roccioso, con evidente situazione ambientale di bassa qualità per la stretta vicinanza alla S.P. - per la costruzione dell’imponente ponte sul Sarca, per di più previsto in una tipologia di dubbia riuscita paesaggistica - per i conseguenti alti costi dovuti alla realizzazione delle suddette opere - per l’impossibilità di uso invernale, quale percorso escursionistico con gli sci da fondo, in quanto la sponda sinistra è molto soleggiata e priva di copertura arborea protettiva.

Si è preso in esame quindi nuovamente il tracciato in sponda destra, concludendo, dopo attenta valutazione, che con alcune limitazioni e con l’uso di strutture particolari, questo si può validamente proporre, in alternativa al percorso progettato, secondo le seguenti modalità. All’estremità sud, per attraversare il Fiume Sarca, si può utilizzare l’esistente ponte a funi, “il pont che bala”; esso, opportunamente rinforzato ed irrigidito, con la sua larghezza libera di m. 1,60 può permettere il transito in bicicletta a senso unico; da qui vari percorsi sono possibili, verso l’antica chiesetta di S.Vigilio, verso Tione, verso Villa. Seguendo la sponda destra, è possibile spostarsi su quelle stradine rurali che congiungevano lungo l’alveo Tione con Verdesina. Ora il tratto in corrispondenza dell’ansa del fiume è interrotto dall’attività erosiva del fiume e di piccoli rivi e dall’incauto utilizzo a discarica, molti anni fa, con sversamento dall’alto dalla soprastante strada statale.

Trattasi di circa 300 m. fittamente boscati, con problemi idrogeologici, in particolare per l’elevata pendenza del versante, per la presenza di venute d’acqua, di piccole frane e, come detto, di una vecchia discarica.
Ma il problema di passare in sponda destra non ci sembra insormontabile, perché la postura generalmente eretta delle piante indica che non vi sono movimenti franosi in atto e poiché l’esperienza garantisce la possibilità di realizzare con sicurezza una via anche in condizioni critiche analoghe a quelle in esame. Sarà necessario realizzare il percorso ciclopedonale con soluzione aerea, che lasci libera sotto di sé la circolazione della acque sul e nel terreno, fondata su fondazioni a palo vincolate in profondità in livelli del suolo sicuri. Sotto il profilo costruttivo, si potrà tracciare a fianco una pista di lavoro e da questa pista realizzare la trivellazione e posa dei pali di fondazione a distanza di 5 ÷ 6 metri, pali valvolati in profondità per realizzare un fungo stabilizzante alla base. Nei pali potranno essere inseriti e bloccati i sostegni prefabbricati della pista, sui quali poi montare tutti gli altri elementi prefabbricati costituenti il piano viario ed i parapetti.

Il materiale adatto allo scopo potrebbe essere l’acciaio autopassivante “corten”. A posa ultimata, la pista potrà essere eliminata, ritornando alla configurazione originaria del pendio e potranno essere reintegrate le piante abbattute lungo il percorso.

Si allega qui di seguito uno schizzo di passerella “sospesa su pali”.

Già all’uscita del meandro l’ambiente si apre, il pendio si addolcisce e si può riprendere l’antico percorso rurale verso Verdesina. In sintesi, riassumendo, riteniamo che il percorso in sponda destra sia preferibile rispetto a quello in sponda sinistra per i seguenti motivi: - il tracciato si svilupperebbe in ambiente naturale o rurale, tranquillo, pregevole e attraente, non disturbato da inquinamenti viari - la pista ciclopedonale potrebbe in parte ripercorrere la viabilità rurale esistente, collegando la chiesetta di S.Vigilio ed altri edifici di pregio; in particolare, si ripristinerebbe il percorso in sponda destra tra Tione e Verdesina - non sarebbe necessaria la costruzione di opere di attraversamento del Sarca - il percorso in sponda destra permetterebbe l’uso escursionistico invernale con gli sci da fondo o racchette da neve - secondo le Ns. valutazioni, il costo complessivo dovrebbe essere più contenuto

Trento, 1 agosto 2006

LA DIREZIONE
DELLA SEZIONE TRENTINA
DI ITALIA NOSTRA

 Aggiornato il 8 ottobre 2006

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