Ambiente

Osservazioni ITALIA NOSTRA variante PRG Nago-Torbole

data: 
Dom, 21/08/2011

 

Con la presente vengono riportate le osservazioni alla variante al PRG n. 11 in quanto si rileva che le previsioni contenute nel nuovo strumento urbanistico di variante sono in netto contrasto con il PUP per quanto riguarda la salvaguardia del territorio (vedi aree agricole di pregio) e la mobilità alternativa (vedi piste ciclabili).

Cosa costa all’umanità l’energia nucleare?

data: 
Giov, 09/06/2011

Intervento di Paolo Mayr, Presidente di Italia Nostra Sezione Trentina

Schema di Programma di Sviluppo del territorio - Osservazioni di WWF e Italia Nostra

data: 
Giov, 29/12/2005

 

I sottoscritti dott. Francesco Borzaga,
quale Presidente della Sezione –Trentino-Alto Adige del WWF-Fondo Mondiale per la Natura, Via Malpaga, 8 Trento,
e ing. Paolo Mayr,
quale Presidente della Sezione di Trento dell’Associazione Italia Nostra, Via Oss Mazzurana 54,
presentano le seguenti osservazioni relative allo Schema di Programma di Sviluppo per la tredicesima legislatura.

Le scriventi Associazioni, da tempo impegnate con osservazioni e richieste relative alla gestione del territorio trentino, giudicano complessivamente insoddisfacente e generico il testo presentato dalla Giunta Provinciale. Lo stesso infatti non affronta se non in modo superficiale alcune drammatiche emergenze caratterizzanti l’attuale Trentino, e non individua con sufficiente chiarezza le cause di gestione politica e amministrativa che di tali emergenze stanno all’origine.
È invece a nostro avviso di importanza fondamentale che il “programma di sviluppo” per la prossima legislatura dia priorità ai temi ambientali, onde evitare una crisi dovuta alle precedenti gestioni del territorio.

Ricordiamo qui come territorio e risorse di base siano limitati per definizione, e come di conseguenza sia profondamente errato prevederne una utilizzazione in funzione di uno sviluppo di cui non si siano stabiliti i limiti. Indichiamo nel presente scritto alcuni settori fondamentali nei quali già oggi si manifestano difficoltà e gravi problemi, destinati in futuro ad aggravarsi progressivamente.

1) Crescente e smodato consumo del territorio utilizzabile.

Il fenomeno riguarda l’intero Trentino, ma appare particolarmente grave in tutta l’asta dell’Adige, ove si collocano le più pregiate aree agricole, e nelle località di maggiore richiamo turistico, ove il Trentino dispone (o disponeva) della maggiore ricchezza ambientale e di paesaggio. Il recente provvedimento volto a limitare la costruzione delle seconde case e la speculazione immobiliare ad essa legata, di per sé apprezzabile, sembra tardivo e insufficiente. Lo sperpero di territorio è aggravato da una politica urbanistica megalomane e scoordinata, affidata alle iniziative dei singoli Comuni ed alle pressioni della rendita immobiliare. Grave risulta la sostanziale rinuncia della Provincia a gestire urbanistica e tutela del paesaggio. Una inchiesta sullo spreco di territorio a partire dal dopoguerra, facilmente realizzabile, risulterebbe illuminante e metterebbe in luce il buon fondamento della nostra osservazione.

2) Sfrenato sviluppo dell’attività estrattiva Il problema riguarda soprattutto, ma non unicamente il porfido e l’escavazione degli inerti.

Lo sfruttamento del porfido, denunciato tra l’altro di recente in una sede più autorevole, porta con se un pesante volume di traffico ed un grave inquinamento dei centri abitati. Il modo con il quale si è permessa e favorita l’indiscrimata crescita delle cave di porfido ha compromesso l’equilibrio ambientale dell’intera zona, ponendo a rischio la stessa sicurezza idrogeologica. Ricorderemo al riguardo l’episodio dello “Slavinac”, il franamento della discarica del “Graon”, i crolli nella zona estrattiva delle Grigne e i cedimenti del Monte Gorsa sopra Albiano. Ricordiamo la minacciosa situazione del lago di Lases, il degrado del lago di Valle ed il rischio ipotizzabile di uno svuotamento del lago di S.Colomba. Assai pesante appare ancora la compromissione dei conoidi in Valle dell’Adige e altrove, allo scopo di ricavarne inerti. Sottolineiamo come l’episodio delle cave di granito in Val Genova mostri come dallo sfruttamento non siano esenti neppure i Parchi Naturali. La sopradescritta gestione del settore estrattivo ha caratterizzato l’intero arco degli ultimi decenni, culminando nella tragedia di Stava. Neppure nella presente legislatura, nonostante richieste e solleciti, si è posto mano alla necessaria revisione di una normativa provinciale palesemente inadeguata, alla quale sono imputabili disfunzioni e gravi storture.

3) Insufficiente tutela delle preziose e limitate risorse idriche

Sia i corsi d’acqua presenti sul territorio, sia molti dei bacini lacustri dei quali il Trentino è così riccamente dotato sembrano trovarsi in una situazione critica. Nonostante la presenza di un piano di utilizzazione delle acque, il cui primario obiettivo sono la rinaturalizzazione ed il raggiungimento di un soddisfacente equilibrio ambientale, restano numerosi gli esempi di depauperamento della risorsa idrica, vuoi per lo sfruttamento idroelettrico, vuoi per l’uso agricolo. Citeremo il Fersina, il Cismon, il Sarca, il Chiese ed il Travignolo. Esistono casi di totale prosciugamento del corso d’acqua. Anche per quanto riguarda i laghi, le più recenti ricerche hanno rilevato un progressivo degrado. Osserviamo come l’attuale politica nei riguardi della risorsa idrica sembri più che altro attenta allo sfruttamento economico.

4) Politica del traffico e della mobilità

La politica provinciale in questo settore è totalmente squilibrata a pro delle grandi e costosissime opere stradali, che inevitabilmente moltiplicano l’uso privato dell’automobile e rendono antieconomico il trasferimento del trasporto merci su ferrovia. I problemi dell’inquinamento atmosferico e il crescente caos del traffico, urbano ed extra urbano, non vengono risolti ma sono piuttosto esasperati, dalla realizzazione delle grandi opere, progettate oltretutto e realizzate in modo volutamente frammentario, così da sottrarle ovunque possibile alla valutazione di impatto ambientale. I risultati di questo modo di procedere, che ha pesanti ripercussioni sul consumo del territorio, si traducono nello spostamento “a valle” dei problemi non affrontati e non risolti. Un tipico esempio al riguardo si può trovare nel collegamento stradale Rovereto-Riva, dove la necessità di una circonvallazione dell’abitato di Mori è stato usata come pretesto per imporre una soluzione di tipo autostradale, che ha complicato l’ter progettuale nel collegamento con Riva ipotecandone le scelte. In materia di traffico, occorre urgentemente affrontare e risolvere il problema della compatibilità ambientale del progettato collegamento ferroviario veloce Verona Innsbruck, che minaccia di compromettere l’intero tratto trentino della Valle dell’Adige.

5) Esagerato sostegno al turismo invernale e mancato collegamento tra agricoltura e turismo

L’evidente e ripetutamente contestato sbilanciamento della politica provinciale in favore del turismo invernale, con la messa a disposizione del settore di una troppo consistente quota delle risorse disponibili, ha prodotto e sta producendo gravi danni, compromettendo il paesaggio e l’ambiente in aree delicatissime e negli stessi Parchi Naturali. In campo agricolo non ci sembra condivisibile l’assoluto favore dato ai settori agricoli di tipo industriale, viticoltura e melicoltura, con sacrificio dei piccoli agricoltori e della diversificazione produttiva. Sottolineiamo come un turismo ed una agricoltura diversi, meno impostati su considerazioni di natura immediatamente economica, potrebbero risultare fattori fondamentali per la ricostruzione ed il mantenimento di un paesaggio rurale e di un equilibrio ambientale oggi in realtà compromessi. Per concludere rileviamo come dal documento presentato dalla Giunta Provinciale non traspaia la coscienza della dinamica negativa in atto che rischia di produrre irreparabili conseguenze in settori chiave della qualità della vita e dell’equilibrio ambientale.

Trento, 29 dicembre 2005

dott. Francesco Borzaga
dott. ing. Paolo Mayr
 Aggiornato il 25 gennaio 2006

Incompreso dagli ambientalisti - Lettera aperta al Governatore

data: 
Lun, 04/07/2005

 

Lettera aperta al Governatore del Trentino in merito alla "presunta" poca disponibilità al dialogo degli ambientalisti trentini.

POVERO GOVERNATORE INCOMPRESO

Povero governatore, egli si lamenta vivamente perché gli ambientalisti non sono disponibili al dialogo.
Eppure lui vorrebbe con l’inceneritore eliminare nel fuoco purificatore i maleodoranti rifiuti che ammorbano l’ambiente, tanto le materie prime e l’energia sono inesauribili.
Eppure non è stato presente ad alcun dibattito sul tema, lasciando così piena libertà agli ambientalisti di esprimere le proprie idee.
Eppure si guarda bene dall’aggiornare alle nuove realtà il piano provinciale di smaltimento dei rifiuti; perché l’importante è la fermezza nelle decisioni.
Eppure temporeggia sul completamento della Valdastico fino alla val d’Adige, non può certo contrastare gli intenti del suo luogotenente.
Eppure non sembra invece aver alcuna intenzione di modificare la ferrovia della Valsugana, stupenda opera del Genio Austriaco. Perché quindi non conservarla integra, munendola di eleganti trenini, che la percorrono alla fantastica, rilassante velocità media di 50 Km all’ora?
Eppure egli non manca occasione per finanziare i suoi amici cacciatori, in modo che possano svolgere la loro benefica azione ecologica.
Povero governatore, veramente incompreso dagli ambientalisti.
Eppure egli ha tagliato i fondi alla cultura , in modo che si potesse risvegliare un sano movimento di volontariato.
Eppure egli, con rara sensibilità, ha sottoscritto il patto per il collegamento Pinzolo - Campiglio attraverso il Parco Adamello – Brenta proprio nella sede di questo, per farci capire che gli impianti e le piste rientrano nei principi istituzionali del parco naturale.
Eppure il nostro governatore iper attivo, dopo tanti altri episodi nei quali ha dimostrato la priorità dell’ambiente, ha badato bene di inserire gli amici ambientalisti nei relatori della “Conferenza provinciale sulle aree protette”in preparazione per il prossimo 25 luglio, molto gentilmente, ci ha risparmiato la fatica di preparare una relazione.
Veramente ingrati questi ambientalisti!

Il Presidente di Italia Nostra (sezione trentina)
Paolo Mayr

Aggiornato il 24 agosto 2005

Lago di Erdemolo

data: 
Ven, 01/07/2005

 

La strada per Erdemolo

Finalmente si potrà raggiungere il lago di Erdemolo, in Val dei Mocheni, comodamente seduti su un fracassone e puzzolente mezzo meccanico! Era ora che qualcuno provvedesse a questa antica necessità.Ma è proprio necessario costruire una strada, pardon una “pista”, come sembra raccomandare il Presidente Dellai? Ma quali vantaggi potrà portare? Sicuramente il gestore del piccolo rifugio vicino al lago potrà fare a meno, non di portare sulla schiena, ma di utilizzare la teleferica per le necessità di rifornimento del rifugio. Certo che con la strada nuova sarà finalmente possibile eliminare la teleferica, non sicuramente bella da vedere, si potrà eliminare un manufatto “impattante”.Percorrere il sentiero 325 che dalla strada forestale per la miniera di Hardömbl conduce al lago ed al rifugio è un'esperienza particolarmente piacevole. L'andamento non troppo erto, la moderata lunghezza il modesto dislivello da percorrere, i prati, il bosco e finalmente il laghetto immerso tra le cime, fanno parte di un'esperienza rilassante e felice.È nei ricordi di fanciullezza di non so quanti trentini come uno dei primi approcci alla montagna in modo dolce. Come pure è nei ricordi di chissà quanti non trentini, di stranieri, di turisti che percorrono questa passeggiata con gran godimento e scarsa fatica in un ambiente di facile accesso, ma ancora “naturale”. Ma è proprio il caso di distruggere uno dei posti più ricchi di fascino trasformando un sentierino di montagna in una strada? E' così difficile comprendere che basta una sola automobile, una sola motocicletta, anche se al servizio del rifugio, per rompere irrimediabilmente la magia di un luogo, la sua intima personalità, per cadere nella consueta sterile banalità e perdere quindi anche la sua appetibilità? Come il solito si danno ferree garanzie che la costruenda strada sarà utilizzata unicamente dal gestore del rifugio, ma poi le motociclette chi le controlla? Inoltre, il permesso ai cacciatori non si può negare. E i fungaioli? Anche loro hanno diritto. E all'amico del gestore o del Sindaco vogliamo negare il permesso? E per finire, chiunque, o quasi, faccia richiesta potrà essere esaudito.Quando nella conca del lago, accanto al rifugio, potremo vedere, magari parcheggiate ordinatamente, alcune autovetture e motociclette, potremo finalmente affermare che il “progresso” è arrivato fino là.

La Direzione di
Italia Nostra (sezione trentina)

 Aggiornato il 24 agosto 2005

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