Ambiente

Il clima cambia per colpa nostra.

data: 
Lun, 12/02/2007

 

Lunedì 5 febbraio u.s., su iniziativa della Presidenza della Giunta Provinciale, si è tenuto a Trento un convegno sul tema “Cambiamenti climatici: previsioni e conseguenze economiche nella regione alpina”. Nell’occasione, le relazioni degli esperti Filippo Giorgi e Fabrizio d’Adda, entrambi estremamente qualificati, non hanno purtroppo lasciato il campo a dubbi: i cambiamenti climatici a livello globale sono indubitabilmente in corso, le loro conseguenze si preannunciano devastanti. Le cause di tali cambiamenti vanno con ogni verosimiglianza ricercate in grande misura nell’attività umana: il cambiamento climatico è in primo luogo frutto di un’impostazione economica volta al conseguimento del massimo profitto senza alcun riguardo alle conseguenze non immediate, ispirata alla venerazione del prodotto interno lordo (P.I.L.) quale supremo indice di sviluppo.

È chiaro che la vastità del processo in corso è conseguenza di decisioni e di azioni che superano di gran lunga il ristretto ambito locale. Ciò non toglie che anche in Trentino il criterio del massimo sviluppo sia stato perseguito con cieca e crescente determinazione, e che le proteste e gli ammonimenti delle associazioni ambientaliste, cronicamente minoritarie, siano stati accolti a livello politico con ostilità e sufficienza, bollati quali farneticazioni più o meno maniacali. La gravità dei dati emersi impone ora con ogni evidenza un radicale ripensamento, nonchè l’adozione immediata di criteri diversi nella gestione politica e nella programmazione economica. I cambiamenti ambientali in corso vengono ad interessare tutti i settori economici, dal turismo all’agricoltura al traffico. Appare improrogabile una decisa limitazione degli sprechi.

Gli attuali indirizzi, irresponsabilmente sovradimensionati sotto l’aspetto dei costi energetici nonchè del consumo del suolo, delle risorse idriche e della tutela dell’aria, devono essere immediatamente rivisti. Il mondo politico ed economico sono chiamati ad assumersi la loro pesante responsabilità. Non da oggi le associazioni ambientaliste hanno espresso la loro protesta. Citeremo i casi recenti di Tremalzo, di Folgaria, del collegamento Pinzolo-Campiglio nel settore turistico, dell’autostrada PI.RU.BI. e del collegamento Rovereto-Riva per la politica stradale. I rapporti emersi nel recente convegno danno a questi episodi un profilo ed un rilievo assolutamente diversi. La questione climatica non può evidentemente essere affrontata con il semplice ricorso a commissioni di studio.

Fin da oggi è necessario che essa sia base e premessa del P.U.P. in corso di approvazione, con conseguente blocco dei molti progetti che trovano nello spreco delle risorse di base e nell’erogazione di fondi pubblici la loro unica vera ragione di essere. Sembrano infine valide alcune considerazioni:
poichè i gas serra, responsabili del surriscaldamento terrestre, sono prodotti dalle combustioni e in generale dai consumi o trasformazioni di energia, è necessario che qualsiasi importante intervento, ogni grande opera, vengano valutati anche sotto il profilo dell’impegno energetico e dei relativi bilanci.

La soluzione preferibile sarà inevitabilmente quella meno energivora. In tal modo verrebbe dimostrata la negatività di soluzioni oggi ben accettate: varianti stradali in galleria, linee ferroviarie ad alta velocità, incenerimento dei rifiuti. Vi sono inoltre sagge e gradite iniziative di immediato risparmio energetico: la limitazione delle luci sui campi sportivi (debbono proprio illuminare interi abitati e accecare gli automobilisti?), il controllo delle temperature di riscaldamento, la promozione di trasporti collettivi, una più severa valutazione degli impianti di innevamento artificiale, ecc. Queste misure, certamente non risolutive, appaiono però opportune ed urgenti.

Trento, febbraio 2007

Paolo Mayr Presidente Italia Nostra
Francesco Borzaga Presidente WWF Trentino A.A.

 
 Aggiornato il 8 giugno 2007

Perché Malga Albi è da salvare - Intervento di Italia Nostra, Legambiente e WWF)

data: 
Lun, 03/04/2006

 

Mercoledì 1° marzo u.s. ha avuto luogo a Garniga Terme, su iniziativa delle minoranze consiliari, una serata dibattito dedicata all’esame del progetto di rifacimento di Malga Albi intrapreso dall’attuale amministrazione comunale.
Alla stessa erano presenti i rappresentanti delle tre Associazioni Ambientaliste W.W.F., Italia Nostra e Lega Ambiente. Sulla base delle risultanze e dei rilievi emersi nel citato incontro, le stesse ritengono di poter esprimere un meditato giudizio sull’argomento.

La Malga Albi è senza dubbio edificio di notevole valore storico ed ambientale. Citata nei documenti per la prima volta nel lontano 1654, ma presumibilmente assai più antica, essa rappresenta una delle rare testimonianze rimaste sul Bondone di struttura tradizionale in pietra, quale si può ancora ritrovare nel Trentino meridionale. La Malga appare perfettamente inserita nell’ambiente e risulta del tutto funzionale all’allevamento bovino ed all’alpeggio, attività per le quali essa è stata concepita. Essa è chiaro esempio di architettura spontanea e di valido uso dei materiali rinvenibili in loco, la pietra ed il legno. Il progetto patrocinato dall’attuale Amministrazione comunale di Garniga, presentato quale “ampliamento e ristrutturazione di Malga Albi”, prevede in realtà la totale demolizione degli attuali edifici -stalla e casara- e l’edificazione in loco di una struttura prefabbricata in legno di assai maggiori dimensioni, destinata all’attività alberghiera e alla ristorazione. La nuova “Malga Albi” verrebbe a presentarsi completamente diversa, estranea ai moduli costruttivi tradizionali del luogo e oltretutto incompatibile con la prosecuzione della monticazione.

È da rilevare come l’utilizzazione di elementi prefabbricati in legno non sembra il sistema migliore per garantire al nuovo edificio le caratteristiche di solidità e durabilità che l’altitudine ed il luogo richiedono. Il nuovo complesso viene presentato come destinato ad attività agrituristica. Nella realtà delle cose non esistono le premesse per la medesima, posto che non sembra esservi spazio per la produzione degli alimenti utilizzati per la ristorazione e che l’attività zootecnica sin qui praticata (con notevole competenza professionale) dovrà inevitabilmente fare posto all’indirizzo alberghiero. La nuova struttura ricettiva determinerà una moltiplicazione del traffico automobilistico, rendendo necessario il rifacimento dell’attuale modesta strada di accesso e ponendo le premesse per una nuova aggressione in direzione delle Viote. Le scriventi Associazioni ritengono che i superstiti valori storici ed ambientali del Monte Bondone, massiccio purtroppo in notevole parte degradato e banalizzato da un turismo anonimo e speculativo, debbano essere difesi con la massima determinazione.

Questo indipendentemente da una eventuale costituzione del progettato parco naturale, posto che quanto rimane da difendere e valorizzare mantiene comunque il proprio valore. La realizzazione del progettato intervento appare destinata a compromettere ulteriormente e gravemente la zona di Malga Albi e con essa l’intero Monte Bondone, in un settore delicato e di grande interesse. Le scriventi Associazioni denunciano il maldestro tentativo da parte dei proponenti di celare dietro false definizioni ed affermazioni, le loro vere intenzioni. Scorrendo infatti i documenti tecnici ed amministrativi si rimane allibiti leggendo che si vuole “salvaguardare e sviluppare il settore zootecnico”, che si vuole “sistemare e risanare lo stabile”, “valorizzare l’ambiente”, “operare una modesta sopraelevazione”, mentre in effetti ad un esame più attento, appare evidente che si intende espellere il settore zootecnico, raddoppiare il volume e, nella casara, la superficie ed il numero dei piani, introdurre tipologie costruttive anomale, modificare radicalmente la destinazione, potenziare la viabilità di accesso. Ciò considerato, Il W.W.F. Delegazione Trentino Alto Adige, Italia Nostra Sezione trentina e Lega Ambiente Circolo di Trento, giudicano inaccettabile la progettata eliminazione di Malga Albi e la sostituzione di questa con un nuovo complesso destinata all’attività alberghiera.

Per il W.W.F.
Delegazione Trentino Alto Adige
dott. Francesco Borzaga

Per ITALIA NOSTRA
Sezione Trentina
dott. ing. Paolo Mayr

Per Lega Ambiente
Circolo di Trento
dott. ing. Alberto Inzigneri

 
 Aggiornato il 25 aprile 2006

Per salvare l'olmo di Piazza Fiera - lettera aperta di ITALIA NOSTRA

data: 
Sab, 09/04/2011

 

 

Lettera aperta al sindaco di Trento Andreatta, all’ex – sindaco, ora assessore provinciale all’Ambiente, Pacher e all’assessore provinciale all’Urbanistica Gilmozzi

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