incontro di San Michele all’Adige

Parere sintetico sul terzo aggiornamento del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti

data: 
Ven, 23/06/2006

 

Premessa
In merito alla proposta di Terzo Aggiornamento del Piano Provinciale di Smaltimento dei Rifiuti la sezione trentina di Italia Nostra onlus intende sottoporre alla vostra attenzione alcune considerazioni di metodo e di contenuto.
Sulla necessità di aggiornare il Piano in vigore - approvato nel 2002 – c’eravamo già espressi più di un anno fa. Prima di definire gli obiettivi, le linee strategiche e le azioni da intraprendere per una corretta politica di gestione dei rifiuti avevamo chiesto che fosse elaborata un’analisi completa, approfondita, obiettiva e partecipata della questione.

Tutto questo non è avvenuto. La stesura del nuovo aggiornamento è stata compiuta senza alcun confronto preventivo con le associazioni ambientaliste, con i comitati, con gli enti locali. Le amministrazioni comunali, in particolare, nonostante il Testo unico delle leggi provinciali in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinanti (DPGP, 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl, art. 72) affidi loro l’obbligo di provvedere “alle fasi del servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani inerenti il trattamento e lo smaltimento, ivi comprese la realizzazione e la gestione degli impianti necessari” sono state di fatto escluse dalla definizione della pianificazione provinciale.
Nell’incontro di San Michele all’Adige (21 novembre 2005), infatti, ai sindaci intervenuti è stato presentato un “pacchetto” già ben confezionato, senza possibilità di proporre sostanziali modifiche o di rivedere la “filosofia” e l’impostazione del nuovo aggiornamento, che rimane incentrato sulla soluzione finale di termodistruzione, con la costruzione dell’impianto a Ischia Podetti. Chiunque abbia osato criticare questa scelta è stato sempre con durezza zittito! La decisione di prevedere quest’unica soluzione finale è evidente dalla lettura degli elaborati e viene, del resto, molto chiaramente ribadita nelle conclusioni della relazione di incidenza ambientale: “l’aggiornamento non mette in discussione le scelte intraprese durante le precedenti pianificazioni, confermando in particolare le soluzioni impiantistiche già adottate…” (allegato 4, pag. 57).

Considerazioni critiche

Di seguito evidenziamo alcuni elementi contraddittori presenti nel piano. La riduzione della quantità di rifiuti prevista nell’aggiornamento, pari circa allo 0,45% annuo (da qui al 2011), è assolutamente non corrispondente alle effettive possibilità e all’attuale “spontanea” tendenza che si aggira attorno al 2%. Appare ridicolo e fuorviante il traguardo fissato nel piano di ridurre la quantità del residuo del 20% circa entro il 2010 basandosi sui valori del 2000 (Piano strategico ambientale, p. 10). E’ ovvio che le previsioni debbano basarsi sui dati attuali, in quanto la situazione di sei anni fa era – in Trentino – radicalmente diversa. Parimenti il traguardo da raggiungere entro il 2009 nella raccolta differenziata del 65% è ampiamente sottostimato.

Sulla base di esperienze consolidate in nord Italia, in Europa, in Australia, in Nuova Zelanda e negli Stati Uniti d’America, in considerazione dei brillanti risultati raggiunti in vari comuni e comprensori trentini (tra l’altro in modo volontaristico e nonostante la carenza di chiari ed univoci indirizzi provinciali), la percentuale di RD prevista potrà sicuramente raggiungere almeno la quota del 75%. Ci troviamo di fronte, quindi, ad un Piano poco coraggioso, ma soprattutto poco obiettivo; un elaborato di proposte contorte e contraddittorie che si rivela, ad un’analisi appena attenta, un piano teso a giustificare la soluzione finale dell’incenerimento ed a procurare il combustibile necessario. Un piano che non prevede neppure il superamento dell’attuale situazione frammentaria (18 enti gestori) con la creazione di un unico consorzio e sistema provinciale.

Esaminando altri capitoli, non si trova nel Piano un’adeguata considerazione sulle emissioni dei gas serra, responsabili del surriscaldamento del pianeta (causa evidente nella regione alpina del ritiro dei ghiacciai e nelle regioni del sud della desertificazione), in particolare della CO2. E’ chiaro che in una corretta gestione sostenibile si dovrebbe tendere ad un bilancio negativo dei gas serra, anche per un doveroso rispetto degli accordi internazionali. Nel campo del compostaggio inoltre, volendo ripartire, per motivi di consenso politico, gli impianti nella Provincia, si rischia un ennesimo insuccesso dopo i ridicoli esperimenti di Ischia Podetti e di Levico.
E’ evidente che oltre alla necessità d’incentivare le forme di compostaggio domestico, soprattutto nelle valli, si dovrà individuare impianti di compostaggio seri, con caratteristiche tecniche tali da assicurare la qualità della vita dei territori limitrofi. Inoltre, la mancanza di confronto tra soluzioni alternative per lo smaltimento finale, presupposto fondamentale e irrinunciabile per qualsiasi pianificazione, rende questa proposta d’aggiornamento assolutamente inaccettabile sotto questo aspetto, mentre si ritiene che gli altri capitoli precedenti debbano essere radicalmente rivisti sulla base delle osservazioni sopra esposte.

Infine non si trova nell’aggiornamento alcuna seria verifica sotto il profilo economico dell’impianto di termodistruzione, in previsione di una notevole riduzione del quantitativo da incenerire e della probabile abolizione degli incentivi all’incenerimento. Del tutto assente anche uno studio sui rischi sanitari connessi al funzionamento dell’impianto proposto.

Conclusioni

La sezione trentina di Italia Nostra esprime un parere generale fortemente critico alla proposta di Terzo Aggiornamento e chiede alla Giunta provinciale di stralciare dal piano i capitoli relativi allo smaltimento finale, in modo da porre a confronto tutte le soluzioni possibili, e di rivedere radicalmente le previsioni di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata.

Trento, 23 giugno 2006

Per la sezione trentina di Italia Nostra onlus
Il Presidente
Ing. Paolo Mayr

 Aggiornato il 8 ottobre 2006

In vista della presentazione in Giunta del Terzo aggiornamento del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti

data: 
Mar, 25/04/2006

 

Egregio Presidente Lorenzo Dellai,
Egregio Assessore Silvano Grisenti,
Egregio Assessore Mauro Gilmozzi
Egregio Sindaco di Trento Alberto Pacher
Egregi Assessori provinciali
Spett.li Organi di Informazione

In vista della presentazione in Giunta del Terzo aggiornamento del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti le sottofirmate associazioni intendono sottoporre alla vostra attenzione alcune considerazioni di metodo e di contenuto.
Vogliamo evidenziare come ancora una volta la Giunta e gli uffici provinciali abbiano predisposto un Piano senza alcun confronto preventivo con le associazioni ambientaliste, con i comitati e con altri soggetti che per esperienza, competenza, professionalità possono dare contributi preziosi sulle politiche di gestione dei rifiuti.

Nemmeno le amministrazioni comunali, esclusa forse quella di Trento, sono state concretamente coinvolte nell’elaborazione del piano, nonostante il Testo unico delle leggi provinciali in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinanti (articolo 72, comma 1) affidi ai Comuni l’obbligo di provvedere “alle fasi del servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani inerenti il trattamento e lo smaltimento, ivi comprese la realizzazione e la gestione degli impianti necessari”.

Nell’incontro di San Michele all’Adige del 21 novembre 2005, infatti, ai sindaci intervenuti è stato presentato un “pacchetto” già ben confezionato, senza possibilità di proporre sostanziali modifiche o di rivedere la “filosofia” del piano, incentrata sulla necessità di costruire un inceneritore ad Ischia Podetti, il tutto senza un adeguato lavoro preparatorio. Lo scontato assenso dato dai sindaci in quell’occasione ha scarsa o nulla validità, in quanto non supportato da un mandato preciso da parte dei rispettivi Consigli comunali.

Quanti e quali Consigli Comunali del Trentino, organi di rappresentanza della cittadinanza, ad eccezione di quello di Trento, hanno finora condiviso – con apposita deliberazione – gli obiettivi della pianificazione provinciale in materia, già contenuti nel Secondo aggiornamento del Piano (9 agosto 2002), compresa la costruzione dell’impianto per lo smaltimento finale dei rifiuti?

Sulla necessità di aggiornare il Piano Provinciale di Smaltimento Rifiuti c’eravamo espressi già un anno fa, ma prima di definire le linee strategiche del nuovo strumento normativo era indispensabile realizzare un’analisi completa, approfondita, obiettiva e partecipata del “ciclo dei rifiuti”. Ciò non è avvenuto. Come avevano chiesto in diverse sedi ed occasioni le Associazioni ambientaliste, la Giunta Provinciale avrebbe dovuto organizzare un confronto pubblico sul tema e sollecitare la convocazione di una conferenza d’informazione, in modo da coinvolgere nelle scelte politiche ed operative i consiglieri provinciali.

Era opportuno, infine, attendere il pronunciamento della Commissione Europea in merito alla procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per il progetto di inceneritore ad Ischia Podetti, sito non idoneo e pericoloso - come hanno dimostrato alcuni qualificati esperti – per il rischio idrogeologico, per la situazione orografica, per la presenza di venti dominanti, per l’inversione termica, per l’incidenza sui limitrofi siti d’importanza comunitaria. In attesa di esaminare i contenuti del nuovo aggiornamento al Piano, possiamo fin d’ora sottolineare alcune criticità e ribadire la nostra ferma contrarietà alla costruzione dell’inceneritore ad Ischia Podetti.

Nei mesi scorsi è stata diffusa l’idea che la costruzione dell’inceneritore avrebbe comportato la chiusura delle discariche comprensoriali. La realtà è molto diversa. Le discariche esistenti saranno riconvertite per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi (25% ceneri pesanti), tossici e nocivi (5% di ceneri leggeri dai filtri) “in misura proporzionale ai rifiuti urbani prodotti sul proprio territorio al netto delle raccolte differenziate” (art. 72, comma 9 del DPGP, 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl.). I Comuni sul cui territorio hanno sede le attuali discariche sono stati informati della cosa? Sono favorevoli ad ospitare discariche speciali? Le popolazioni che vivono in quelle località sono a conoscenza di questa situazione? Vogliamo, inoltre, richiamare la vostra attenzione in merito al progetto di costruzione di un nuovo ponte sull’Adige all’altezza dello svincolo autostradale di Trento nord, il cosiddetto “ponte dei rifiuti”.

Il costo dell’operazione indicato nel piano provinciale della viabilità è fissato in 9,5 milioni di euro. Più di sei mesi fa avevamo chiesto di sospendere l’iter di progettazione di questa infrastruttura, in attesa della definizione della destinazione finale dei residui e della Valutazione d’Impatto Ambientale (e d’Incidenza) prevista per il nuovo progetto d’inceneritore. Anche in questo caso non siamo stati ascoltati. Recentemente il sindaco di Trento in un’intervista a “UCT” (n° 361-362, gennaio-febbraio 2006) ha dichiarato che i camion che giornalmente attraverserebbero il ponte sarebbero “meno di cinquanta”. Se queste sono le reali previsioni del traffico pesante vi pare necessaria la realizzazione di questa costosissima infrastruttura? A questo riguardo sono opportune doverose verifiche per accertare se si sia di fronte ad uno spreco di denaro pubblico.

Riteniamo che i rischi per la salute legati alla presenza alle porte di Trento di un inceneritore siano stati sottovalutati, riponendo eccessiva fiducia nella tecnologia, come risulta da numerosi studi ed analisi proposti in diverse sedi, locali e nazionali, in opposizione allo Studio sulla Salute confezionato dai Consulenti della Provincia( peraltro ingegneri e non medici) sulla base di proiezioni ed esperienze la cui attendibilità ci pare insufficiente e parziale. Tutto ciò premesso, vi invitiamo a rinviare la valutazione sul Terzo aggiornamento al Piano Rifiuti per riaprire un serio confronto con gli amministratori comunali e con le varie espressioni ed organizzazioni della società civile in modo da definire insieme le migliori politiche di gestione dei rifuti da adottare in Trentino.

 
 Aggiornato il 25 aprile 2006

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