ponte dei rifiuti

Problema dei rifiuti - Note sul dibattito in corso

data: 
Lun, 10/10/2005

 

Abbiamo potuto osservare con soddisfazione come i problemi legati al ciclo dei rifiuti, in questi ultimi anni, grazie a tenaci azioni di controinformazione e di convincimento, siano stati affrontati in modo più cosciente, propositivo, diffuso, con risultati insperati molto positivi nel comportamento della popolazione.

Questo ha infastidito non poco il partito degli irriducibili amanti del fuoco, in particolare deve aver toccato il nervo giusto dell’Assessore Grisenti, se egli è uscito nell’intervista sul giornale l’Adige del 30 settembre, in scomposte e sconcertanti dichiarazioni del tipo: “ se non si farà l’inceneritore dovremo mangiarci i rifiuti; la raccolta differenziata spinta costerà al cittadino pantalone cifre altissime; lo smaltimento di un Kg. di immondizia potrebbe costare più di un Kg. di pane”. Leggendo questo, subito ci siamo ricordati di quando tanti anni fa qualche diabolico mestatore filo-americano aveva sparso la voce che i russi mangiavano i bambini; certo i cittadini non sono “pantaloni” come li vorrebbe Grisenti, ma resta il fatto che i venditori di spazzole miracolose o di pentole che cuociono da sole hanno ancora successo.

Non vi è peggior ascoltatore di colui che non vuole sentire, ciò nonostante insistiamo a invitare, chi è convinto che l’inceneritore comunque vada fatto, a recarsi in provincia di Treviso, dove si è evitata la costruzione dell’inceneritore con una intelligente e convinta organizzazione del ciclo dei rifiuti, per constatare come i costi siano contenuti e la popolazione soddisfatta; o in Germania, dove la scelta dell’inceneritore-raccolta differenziata, come si vorrebbe nella nostra provincia, ha portato, là sì, a costi molto elevati ed a vivaci proteste da parte della popolazione.

Il dibattito in corso si è spostato in questi ultimi giorni in Consiglio Comunale di Trento e dopo due giorni di accesa discussione è sfociato in un ordine del giorno sottoscritto dai membri di maggioranza, esclusi i Verdi e lo SDI, ma compresi, con nostra grande delusione, i rappresentanti di Costruire Comunità che si erano espressi in modo ben diverso in passato. In questo, nonostante le affermazioni, le condizioni, le attestazioni di impegno, etc., è chiarissima la volontà di fare l’inceneritore; esso è citato sette volte su undici punti, inoltre si è insistito a definirlo “termovalorizzatore” (7 volte in 11 punti), valutando in tal modo positivamente una macchina che in realtà brucia enormi quantità di preziose materie prime, con un ricavo energetico molto modesto, qualora nel bilancio energetico si detraesse onestamente l’energia spesa per la costruzione e la gestione dell’impianto e delle opere accessorie.

Del costo di quest’ultimo non si parla in alcun ordine del giorno, né si considera che nella Convenzione tra le Municipalità della Provincia si dovranno ripartire tra i Comuni anche le spese di costruzione. Inoltre della possibilità di produrre con il residuo un buon combustibile, il C.D.R., vi è un debolissimo accenno nel settimo punto, mentre questa condizione ci sembra fondamentale per poter evitare la costruzione dell’inceneritore o la predisposizione di nuove discariche; la possibilità reale cioè di completare il ciclo con un prodotto commerciabile, utilizzabile nei cementifici, nelle centrali termoelettriche od in inceneritori predisposti per il C.D.R.

Nell’ambito provinciale vi sono alcuni cementifici che, con costi molto più contenuti per contenere la linea fumi, potrebbero usufruire del C.D.R., al posto dei combustibili molto inquinanti ora in uso. Infine le parole dell’Assessore Grisenti “non vi saranno ritardi, perché io proseguo comunque” e le delibere per il progetto del ponte dei rifiuti, pongono seri dubbi sulla effettiva sospensione dell’iter di progettazione dell’impianto e delle opere accessorie, così come auspicato nell’ordine del giorno citato dal titolo “Per una politica integrata dei rifiuti”.

Il Presidente di Italia Nostra (sezione trentina)
Paolo Mayr

 Aggiornato il 25 ottobre 2005

Politiche di gestione dei rifiuti - Lettera ai Sindaci

data: 
Lun, 05/09/2005

 

Ai Sindaci dei Comuni della Provincia Autonoma di Trento

POLITICHE DI GESTIONE DEI RIFIUTI in Trentino

La Giunta Provinciale di Trento, con l’approvazione del Secondo aggiornamento del Piano di smaltimento dei rifiuti, ha deciso la costruzione di un inceneritore, al quale “debbono essere conferiti i rifiuti urbani residui, a valle della raccolta differenziata, di tutto il territorio provinciale” (allegato 1 alla deliberazione della Giunta Provinciale 9 agosto 2002, n. 1945).

L’articolo 72 del Testo unico delle leggi provinciali in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti (DPGP, 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl.) - riformulato dopo l’approvazione della L.P. 10/2004 - affida però ai Comuni l’obbligo di provvedere “alle fasi del servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani inerenti il trattamento e lo smaltimento, ivi comprese la realizzazione e la gestione degli impianti necessari” (comma 1), “mediante convenzione tra loro” (comma 2).

L’intesa tra i Comuni deve individuare “il comune capofila, l'assetto proprietario relativo ai predetti impianti”, determinare la tariffa necessaria a coprire “i costi di esercizio ivi compresi gli oneri di ammortamento” (comma 2), ma anche stabilire le modalità di smaltimento - nelle discariche esistenti – delle scorie prodotte dall’impianto “in misura proporzionale ai rifiuti urbani prodotti sul proprio territorio al netto delle raccolte differenziate” (comma 9).

Questo accordo tra i comuni non è stato finora sottoscritto e per quanto ci risulta neppure predisposto.

Fino alla stipulazione della convenzione la Provincia ha affidato “transitoriamente” al Comune di Trento, sul cui territorio si intende edificare l’inceneritore, il compito di provvedere “alle attività di costruzione e di gestione dell'impianto” (comma 7). Allo stato dei fatti il progetto dell’inceneritore, di cui s’ignora l’esatta potenzialità, sta proseguendo ininterrottamente nel suo iter autorizzativo, senza il preventivo e necessario coinvolgimento di tutte le amministrazioni comunali del Trentino.

Questo significa che la scelta di costruire l’inceneritore, voluta dal governo provinciale (prima Giunta Dellai) – senza confronto con proposte alternative –, ma mai sottoposta alla valutazione dei sindaci, delle Giunte e dei Consigli comunali, sarà subita dai 223 Comuni e di conseguenza dai circa 500.000 trentini, che pagheranno di tasca propria le ingentissime spese di costruzione e di gestione.

Premesso quanto sopra, ed in particolare il fatto che la normativa vigente attribuisce in maniera inequivocabile alle amministrazioni comunali obblighi e responsabilità relativi all’intero sistema dei rifiuti,
la sezione trentina di Italia Nostra onlus Le chiede

1. se l’amministrazione comunale da Lei guidata (o quella operante nella scorsa legislatura) sia stata consultata nella scelta dell’inceneritore;

2. se il Consiglio Comunale, organo di rappresentanza della cittadinanza, abbia esaminato il Secondo aggiornamento del Piano di smaltimento dei rifiuti ed eventualmente condiviso – con apposita deliberazione - gli obiettivi della pianificazione provinciale, compresa la costruzione dell’impianto (inceneritore) per lo smaltimento finale dei rifiuti;

3. se è mai stato presentato a Lei (o al suo predecessore), alla Giunta e al Consiglio il piano finanziario relativo alla costruzione dell’impianto per “bruciare” i residui e delle altre infrastrutture di supporto - in primis il costosissimo “ponte dei rifiuti” – e alla messa in sicurezza e bonifica del sito prescelto - Ischia-Podetti a Trento, a poca distanza dall’Adige -, secondo noi assolutamente non idoneo;

4. se è stata stabilita la quota fissa a carico del suo comune (e di conseguenza dei cittadini), calcolata sui puri oneri di ammortamento e di gestione;

5. se sono stati informati i cittadini del suo Comune che le scorie (circa il 30% del peso di quanto conferito all’inceneritore) - certamente non “salutari” - prodotte dall’impianto di termoriduzione, dovranno essere stoccate, “in misura proporzionale” ai rifiuti trasportati a Trento, nelle discariche comprensoriali già esistenti, alla cui gestione “provvedono i comprensori nei quali esse sono rispettivamente ubicate” (DPGP, 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl, art. 70, comma 1).

In conclusione la sezione trentina di Italia Nostra onlus invita Lei e la sua amministrazione comunale a chiedere al Comune di Trento (e alla Provincia Autonoma di Trento) la SOSPENSIONE dell’iter di progettazione dell’inceneritore, in modo da riportare nella sede che noi riteniamo più indicata – i Consigli Comunali – l’analisi e la valutazione di tutte le alternative possibili, dei costi e degli oneri, in modo da poter affrontare responsabilmente il ciclo completo dei rifiuti.

Da parte nostra esprimiamo la massima disponibilità a fornire ulteriori informazioni su questa problematica, anche attraverso incontri ad hoc (con il Consiglio comunale e la popolazione), che la sua Amministrazione intenderà organizzare.

In attesa di un suo riscontro, inviamo i più cordiali saluti.

Il Presidente della sezione trentina di Italia Nostra onlus
ing. Paolo Mayr

N. B.: Alleghiamo alla presente alcuni riferimenti normativi in materia di “Trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani e speciali assimilati”

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl. Approvazione del testo unico delle leggi provinciali in materia di tutela dell'ambiente dagli inquinamenti (b.u. 17 febbraio 1987, n. 9, suppl. ord. n. 1) Art. 72 Trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani e speciali assimilati 1. Alle fasi del servizio di gestione dei rifiuti urbani inerenti il trattamento e lo smaltimento, ivi comprese la realizzazione e la gestione degli impianti necessari, provvedono i comuni secondo quanto previsto dal presente articolo. Non rientrano tra i predetti impianti quelli di trattamento dei rifiuti urbani realizzati all'interno dei perimetri di discarica per i fini di cui all'articolo 7 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 (Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti); tali impianti sono gestiti dai soggetti previsti dall'articolo 70, comma 1. Resta fermo quanto disposto dagli articoli 69, 70, 76 e 77 in materia di discariche controllate e di stazioni di trasferimento nonché quanto previsto dall'articolo 21, comma 7, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22. In attesa dell'entrata in vigore della legislazione provinciale di riforma in materia di decentramento di funzioni amministrative, resta altresì fermo l'articolo 12 della legge provinciale 14 aprile 1998, n. 5. 2. Le fasi di gestione dei rifiuti urbani previste dal comma 1 sono esercitate secondo quanto stabilito dagli articoli 10 e 11 della legge provinciale 17 giugno 2004, n. 6 (Disposizioni in materia di organizzazione, di personale e di servizi pubblici). Ove le suddette fasi del servizio comportino la realizzazione e la gestione di impianti di trattamento e di smaltimento con recupero energetico, alle medesime provvedono tutti i comuni, mediante convenzione tra loro, all'interno di un unico ambito provinciale. La convenzione individua, tra l'altro, il comune capofila, l'assetto proprietario relativo ai predetti impianti, nel rispetto di quanto previsto dalla legge provinciale n. 6 del 2004, nonché le modalità di determinazione della quota di tariffa relativa allo smaltimento con recupero energetico, assicurando comunque la copertura dei costi di esercizio ivi compresi gli oneri di ammortamento. 3. I servizi disciplinati dal presente articolo sono svolti nel rispetto del piano provinciale di smaltimento dei rifiuti nonché delle altre prescrizioni stabilite con deliberazione della Giunta provinciale, recanti, in particolare, la data e le modalità di entrata in esercizio di ciascun impianto. 4. Al fine di assicurare che le fasi di cui al comma 1 soddisfino i requisiti di garanzia e di sicurezza per i cittadini e per l'ambiente, di efficienza e di economicità nonché di tempestività nella progettazione e realizzazione degli impianti previsti, la Giunta provinciale può adottare apposite direttive in coerenza con il piano provinciale di smaltimento dei rifiuti, sentita l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente nonché gli organismi di rappresentanza dei comuni. Le direttive sono pubblicate nel Bollettino ufficiale della Regione e hanno efficacia vincolante per gli enti e i soggetti che esercitano le attività da esse considerate. 5. Nel caso di mancata osservanza da parte dei comuni delle direttive di cui al comma 4, ovvero di ritardo od omissione di adempimenti previste da questa legge o dagli atti in essa contemplati, la Giunta provinciale provvede in via sostitutiva ai sensi dell'articolo 57 della legge regionale 4 gennaio 1993, n. 1 (Nuovo ordinamento dei comuni della regione Trentino - Alto Adige), sentiti gli organismi rappresentativi dei comuni. La Giunta provinciale provvede ai sensi del presente comma anche nel caso in cui la convenzione prevista dal comma 2 non sia conclusa entro il 31 dicembre 2008. 6. La Provincia può prestare attività di consulenza e assistenza ai comuni per lo svolgimento delle attività e dei servizi previsti da quest'articolo. 7. Fino alla stipulazione della convenzione di cui al comma 2, alle attività di costruzione e di gestione dell'impianto di trattamento e di smaltimento con recupero energetico la cui localizzazione è prevista nel territorio del comune di Trento, provvede transitoriamente il medesimo comune con le modalità stabilite dalla legge provinciale n. 6 del 2004. A tale fine il comune di Trento subentra alla Provincia nelle posizioni e nei rapporti giuridici costituiti in applicazione di quest'articolo nel testo previgente alla data di entrata in vigore di questa disposizione. Ad avvenuta bonifica delle aree funzionali alla realizzazione e alla gestione dell'impianto, la Provincia trasferisce le stesse a titolo gratuito, anche per lotti, al comune di Trento. 8. A decorrere dalla data di entrata in esercizio dell'impianto previsto dal comma 7, così come individuata dalla Giunta provinciale ai sensi del comma 3, i rifiuti urbani e speciali assimilati a valle delle raccolte differenziate, prodotti nell'intero territorio provinciale, sono avviati allo smaltimento presso il predetto impianto, fatta salva la possibilità per la Giunta provinciale di stabilire, transitoriamente e in relazione alla messa a regime dell'impianto, modalità di smaltimento alternative. A decorrere dalla medesima data le stazioni di trasferimento realizzate e gestite secondo quanto previsto dagli articoli 69 e 70 sono trasferite ai comuni e sono gestite in forma associata all'interno dell'ambito unico previsto dal comma 2. 9. La convenzione di cui al comma 2 stabilisce altresì le modalità con cui i comuni provvedono allo smaltimento delle scorie prodotte dall'impianto di trattamento e smaltimento con recupero energetico nelle discariche esistenti in misura proporzionale ai rifiuti urbani prodotti sul proprio territorio al netto delle raccolte differenziate

 Aggiornato il 25 ottobre 2005

In vista della presentazione in Giunta del Terzo aggiornamento del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti

data: 
Mar, 25/04/2006

 

Egregio Presidente Lorenzo Dellai,
Egregio Assessore Silvano Grisenti,
Egregio Assessore Mauro Gilmozzi
Egregio Sindaco di Trento Alberto Pacher
Egregi Assessori provinciali
Spett.li Organi di Informazione

In vista della presentazione in Giunta del Terzo aggiornamento del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti le sottofirmate associazioni intendono sottoporre alla vostra attenzione alcune considerazioni di metodo e di contenuto.
Vogliamo evidenziare come ancora una volta la Giunta e gli uffici provinciali abbiano predisposto un Piano senza alcun confronto preventivo con le associazioni ambientaliste, con i comitati e con altri soggetti che per esperienza, competenza, professionalità possono dare contributi preziosi sulle politiche di gestione dei rifiuti.

Nemmeno le amministrazioni comunali, esclusa forse quella di Trento, sono state concretamente coinvolte nell’elaborazione del piano, nonostante il Testo unico delle leggi provinciali in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinanti (articolo 72, comma 1) affidi ai Comuni l’obbligo di provvedere “alle fasi del servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani inerenti il trattamento e lo smaltimento, ivi comprese la realizzazione e la gestione degli impianti necessari”.

Nell’incontro di San Michele all’Adige del 21 novembre 2005, infatti, ai sindaci intervenuti è stato presentato un “pacchetto” già ben confezionato, senza possibilità di proporre sostanziali modifiche o di rivedere la “filosofia” del piano, incentrata sulla necessità di costruire un inceneritore ad Ischia Podetti, il tutto senza un adeguato lavoro preparatorio. Lo scontato assenso dato dai sindaci in quell’occasione ha scarsa o nulla validità, in quanto non supportato da un mandato preciso da parte dei rispettivi Consigli comunali.

Quanti e quali Consigli Comunali del Trentino, organi di rappresentanza della cittadinanza, ad eccezione di quello di Trento, hanno finora condiviso – con apposita deliberazione – gli obiettivi della pianificazione provinciale in materia, già contenuti nel Secondo aggiornamento del Piano (9 agosto 2002), compresa la costruzione dell’impianto per lo smaltimento finale dei rifiuti?

Sulla necessità di aggiornare il Piano Provinciale di Smaltimento Rifiuti c’eravamo espressi già un anno fa, ma prima di definire le linee strategiche del nuovo strumento normativo era indispensabile realizzare un’analisi completa, approfondita, obiettiva e partecipata del “ciclo dei rifiuti”. Ciò non è avvenuto. Come avevano chiesto in diverse sedi ed occasioni le Associazioni ambientaliste, la Giunta Provinciale avrebbe dovuto organizzare un confronto pubblico sul tema e sollecitare la convocazione di una conferenza d’informazione, in modo da coinvolgere nelle scelte politiche ed operative i consiglieri provinciali.

Era opportuno, infine, attendere il pronunciamento della Commissione Europea in merito alla procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per il progetto di inceneritore ad Ischia Podetti, sito non idoneo e pericoloso - come hanno dimostrato alcuni qualificati esperti – per il rischio idrogeologico, per la situazione orografica, per la presenza di venti dominanti, per l’inversione termica, per l’incidenza sui limitrofi siti d’importanza comunitaria. In attesa di esaminare i contenuti del nuovo aggiornamento al Piano, possiamo fin d’ora sottolineare alcune criticità e ribadire la nostra ferma contrarietà alla costruzione dell’inceneritore ad Ischia Podetti.

Nei mesi scorsi è stata diffusa l’idea che la costruzione dell’inceneritore avrebbe comportato la chiusura delle discariche comprensoriali. La realtà è molto diversa. Le discariche esistenti saranno riconvertite per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi (25% ceneri pesanti), tossici e nocivi (5% di ceneri leggeri dai filtri) “in misura proporzionale ai rifiuti urbani prodotti sul proprio territorio al netto delle raccolte differenziate” (art. 72, comma 9 del DPGP, 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl.). I Comuni sul cui territorio hanno sede le attuali discariche sono stati informati della cosa? Sono favorevoli ad ospitare discariche speciali? Le popolazioni che vivono in quelle località sono a conoscenza di questa situazione? Vogliamo, inoltre, richiamare la vostra attenzione in merito al progetto di costruzione di un nuovo ponte sull’Adige all’altezza dello svincolo autostradale di Trento nord, il cosiddetto “ponte dei rifiuti”.

Il costo dell’operazione indicato nel piano provinciale della viabilità è fissato in 9,5 milioni di euro. Più di sei mesi fa avevamo chiesto di sospendere l’iter di progettazione di questa infrastruttura, in attesa della definizione della destinazione finale dei residui e della Valutazione d’Impatto Ambientale (e d’Incidenza) prevista per il nuovo progetto d’inceneritore. Anche in questo caso non siamo stati ascoltati. Recentemente il sindaco di Trento in un’intervista a “UCT” (n° 361-362, gennaio-febbraio 2006) ha dichiarato che i camion che giornalmente attraverserebbero il ponte sarebbero “meno di cinquanta”. Se queste sono le reali previsioni del traffico pesante vi pare necessaria la realizzazione di questa costosissima infrastruttura? A questo riguardo sono opportune doverose verifiche per accertare se si sia di fronte ad uno spreco di denaro pubblico.

Riteniamo che i rischi per la salute legati alla presenza alle porte di Trento di un inceneritore siano stati sottovalutati, riponendo eccessiva fiducia nella tecnologia, come risulta da numerosi studi ed analisi proposti in diverse sedi, locali e nazionali, in opposizione allo Studio sulla Salute confezionato dai Consulenti della Provincia( peraltro ingegneri e non medici) sulla base di proiezioni ed esperienze la cui attendibilità ci pare insufficiente e parziale. Tutto ciò premesso, vi invitiamo a rinviare la valutazione sul Terzo aggiornamento al Piano Rifiuti per riaprire un serio confronto con gli amministratori comunali e con le varie espressioni ed organizzazioni della società civile in modo da definire insieme le migliori politiche di gestione dei rifuti da adottare in Trentino.

 
 Aggiornato il 25 aprile 2006

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