Rifiuti

Impianto Gasplasma alle Casotte di Mori: e il paesaggio?

data: 
Giov, 29/01/2015

L'ampio dibattito sul progetto dell'impianto per il trattamento dei rifiuti industriali alle Casotte di Mori è tutto concentrato sui possibili rischi ambientali del processo, trascurando totalmente il danno paesaggistico, che è certo e inammissibile.

Non è escluso che - con i debiti controlli - il processo gasplasma possa risultare una soluzione adeguata. Ciò che andrebbe esclusa a priori è la sua realizzazione nel bel mezzo della Vallagarina, consumando altro suolo inedificato, a vocazione agricola, mentre si è ormai perso il conto delle superfici dismesse all'interno delle zone produttive esistenti.

Problema dei rifiuti - Note sul dibattito in corso

data: 
Lun, 10/10/2005

 

Abbiamo potuto osservare con soddisfazione come i problemi legati al ciclo dei rifiuti, in questi ultimi anni, grazie a tenaci azioni di controinformazione e di convincimento, siano stati affrontati in modo più cosciente, propositivo, diffuso, con risultati insperati molto positivi nel comportamento della popolazione.

Questo ha infastidito non poco il partito degli irriducibili amanti del fuoco, in particolare deve aver toccato il nervo giusto dell’Assessore Grisenti, se egli è uscito nell’intervista sul giornale l’Adige del 30 settembre, in scomposte e sconcertanti dichiarazioni del tipo: “ se non si farà l’inceneritore dovremo mangiarci i rifiuti; la raccolta differenziata spinta costerà al cittadino pantalone cifre altissime; lo smaltimento di un Kg. di immondizia potrebbe costare più di un Kg. di pane”. Leggendo questo, subito ci siamo ricordati di quando tanti anni fa qualche diabolico mestatore filo-americano aveva sparso la voce che i russi mangiavano i bambini; certo i cittadini non sono “pantaloni” come li vorrebbe Grisenti, ma resta il fatto che i venditori di spazzole miracolose o di pentole che cuociono da sole hanno ancora successo.

Non vi è peggior ascoltatore di colui che non vuole sentire, ciò nonostante insistiamo a invitare, chi è convinto che l’inceneritore comunque vada fatto, a recarsi in provincia di Treviso, dove si è evitata la costruzione dell’inceneritore con una intelligente e convinta organizzazione del ciclo dei rifiuti, per constatare come i costi siano contenuti e la popolazione soddisfatta; o in Germania, dove la scelta dell’inceneritore-raccolta differenziata, come si vorrebbe nella nostra provincia, ha portato, là sì, a costi molto elevati ed a vivaci proteste da parte della popolazione.

Il dibattito in corso si è spostato in questi ultimi giorni in Consiglio Comunale di Trento e dopo due giorni di accesa discussione è sfociato in un ordine del giorno sottoscritto dai membri di maggioranza, esclusi i Verdi e lo SDI, ma compresi, con nostra grande delusione, i rappresentanti di Costruire Comunità che si erano espressi in modo ben diverso in passato. In questo, nonostante le affermazioni, le condizioni, le attestazioni di impegno, etc., è chiarissima la volontà di fare l’inceneritore; esso è citato sette volte su undici punti, inoltre si è insistito a definirlo “termovalorizzatore” (7 volte in 11 punti), valutando in tal modo positivamente una macchina che in realtà brucia enormi quantità di preziose materie prime, con un ricavo energetico molto modesto, qualora nel bilancio energetico si detraesse onestamente l’energia spesa per la costruzione e la gestione dell’impianto e delle opere accessorie.

Del costo di quest’ultimo non si parla in alcun ordine del giorno, né si considera che nella Convenzione tra le Municipalità della Provincia si dovranno ripartire tra i Comuni anche le spese di costruzione. Inoltre della possibilità di produrre con il residuo un buon combustibile, il C.D.R., vi è un debolissimo accenno nel settimo punto, mentre questa condizione ci sembra fondamentale per poter evitare la costruzione dell’inceneritore o la predisposizione di nuove discariche; la possibilità reale cioè di completare il ciclo con un prodotto commerciabile, utilizzabile nei cementifici, nelle centrali termoelettriche od in inceneritori predisposti per il C.D.R.

Nell’ambito provinciale vi sono alcuni cementifici che, con costi molto più contenuti per contenere la linea fumi, potrebbero usufruire del C.D.R., al posto dei combustibili molto inquinanti ora in uso. Infine le parole dell’Assessore Grisenti “non vi saranno ritardi, perché io proseguo comunque” e le delibere per il progetto del ponte dei rifiuti, pongono seri dubbi sulla effettiva sospensione dell’iter di progettazione dell’impianto e delle opere accessorie, così come auspicato nell’ordine del giorno citato dal titolo “Per una politica integrata dei rifiuti”.

Il Presidente di Italia Nostra (sezione trentina)
Paolo Mayr

 Aggiornato il 25 ottobre 2005

Politiche di gestione dei rifiuti - Lettera aperta all'assessore Grisenti

data: 
Lun, 05/09/2005

 

Lettera aperta all'assessore alle Opere pubbliche, Protezione civile, Autonomie locali: Silvano Grisenti
sulle POLITICHE DI GESTIONE DEI RIFIUTI

Gentile Assessore,
Ci rivolgiamo a Lei con questa lettera aperta, quale responsabile delle politiche di gestione dei rifiuti, impegno nel quale molti ed urgenti sono i problemi, necessarie le analisi, le valutazioni, i dibattiti, le decisioni consapevoli. Poiché nei Suoi uffici regna, invece, un inspiegabile silenzio, Le ricordiamo, assieme a molti altri, alcune nuove situazioni e la conseguente necessità di risposta:

- l’ultimo aggiornamento del “Piano Provinciale di Smaltimento dei Rifiuti” risale a più di tre anni fa. In questo periodo vi sono stati positivi mutamenti delle ipotesi sulle quali questo documento si basava. In particolare l’obiettivo della raccolta differenziata del 50% è quasi raggiunto con un anno di anticipo e questo fa ben sperare che si possa pervenire in breve al 70-75%, come già avviene in molti comuni del Trentino ed in territori del Nord Italia, in situazioni analoghe. È evidente quindi la necessità di aggiornare con urgenza il Piano, ormai ampiamente superato.

- per fissare la situazione del ciclo dei rifiuti occorre un’analisi completa, approfondita ed obiettiva, che si concluda nell’organizzazione di un confronto pubblico sul tema, nel quale in particolare venga analizzato e comunicato lo stato della raccolta differenziata nei singoli comprensori, ambiti o comuni, i sistemi di raccolta, di tariffazione, etc., facendo una valutazione di merito. Nel quale si faccia il punto sulla riduzione e sul riuso e si portino esperienze di fuori provincia. È necessaria quindi una conferenza di informazione sulla situazione e gestione del ciclo dei rifiuti.

- in attesa della definizione della destinazione finale dei residui, appare ovvio si debba sospendere l’iter di progettazione dell’inceneritore e delle infrastrutture riguardanti l’area di Ischia Podetti, in particolare dell’imponente “ponte dei rifiuti”, opera inutile se non si farà il combustore, ma anche in vista della realistica riduzione dei rifiuti.

- infine sarebbe bene cominciare a dare le giuste definizioni, in funzione delle necessità di risparmio delle materie prime e dell’energia; quindi parlare di risorse o residui, anziché di rifiuti; quindi ragionare di recupero e riuso anziché di generico smaltimento, di inceneritore anzichè di termovalorizzatore.

In attesa di un Suo cortese sollecito intervento, La salutiamo cordialmente.

Per la Sezione Trentina di Italia Nostra
Il Presidente Paolo Mayr 



 Aggiornato il 25 ottobre 2005

Problema dei rifiuti - Note sul dibattito in corso

data: 
Lun, 02/10/2006

 

Abbiamo potuto osservare con soddisfazione come i problemi legati al ciclo dei rifiuti, in questi ultimi anni, grazie a tenaci azioni di controinformazione e di convincimento, siano stati affrontati in modo più cosciente, propositivo, diffuso, con risultati insperati molto positivi nel comportamento della popolazione.

Questo ha infastidito non poco il partito degli irriducibili amanti del fuoco, in particolare deve aver toccato il nervo giusto dell’Assessore Grisenti, se egli è uscito nell’intervista sul giornale l’Adige del 30 settembre, in scomposte e sconcertanti dichiarazioni del tipo: “ se non si farà l’inceneritore dovremo mangiarci i rifiuti; la raccolta differenziata spinta costerà al cittadino pantalone cifre altissime; lo smaltimento di un Kg. di immondizia potrebbe costare più di un Kg. di pane”. Leggendo questo, subito ci siamo ricordati di quando tanti anni fa qualche diabolico mestatore filo-americano aveva sparso la voce che i russi mangiavano i bambini; certo i cittadini non sono “pantaloni” come li vorrebbe Grisenti, ma resta il fatto che i venditori di spazzole miracolose o di pentole che cuociono da sole hanno ancora successo.

Non vi è peggior ascoltatore di colui che non vuole sentire, ciò nonostante insistiamo a invitare, chi è convinto che l’inceneritore comunque vada fatto, a recarsi in provincia di Treviso, dove si è evitata la costruzione dell’inceneritore con una intelligente e convinta organizzazione del ciclo dei rifiuti, per constatare come i costi siano contenuti e la popolazione soddisfatta; o in Germania, dove la scelta dell’inceneritore-raccolta differenziata, come si vorrebbe nella nostra provincia, ha portato, là sì, a costi molto elevati ed a vivaci proteste da parte della popolazione.

Il dibattito in corso si è spostato in questi ultimi giorni in Consiglio Comunale di Trento e dopo due giorni di accesa discussione è sfociato in un ordine del giorno sottoscritto dai membri di maggioranza, esclusi i Verdi e lo SDI, ma compresi, con nostra grande delusione, i rappresentanti di Costruire Comunità che si erano espressi in modo ben diverso in passato. In questo, nonostante le affermazioni, le condizioni, le attestazioni di impegno, etc., è chiarissima la volontà di fare l’inceneritore; esso è citato sette volte su undici punti, inoltre si è insistito a definirlo “termovalorizzatore” (7 volte in 11 punti), valutando in tal modo positivamente una macchina che in realtà brucia enormi quantità di preziose materie prime, con un ricavo energetico molto modesto, qualora nel bilancio energetico si detraesse onestamente l’energia spesa per la costruzione e la gestione dell’impianto e delle opere accessorie.

Del costo di quest’ultimo non si parla in alcun ordine del giorno, né si considera che nella Convenzione tra le Municipalità della Provincia si dovranno ripartire tra i Comuni anche le spese di costruzione. Inoltre della possibilità di produrre con il residuo un buon combustibile, il C.D.R., vi è un debolissimo accenno nel settimo punto, mentre questa condizione ci sembra fondamentale per poter evitare la costruzione dell’inceneritore o la predisposizione di nuove discariche; la possibilità reale cioè di completare il ciclo con un prodotto commerciabile, utilizzabile nei cementifici, nelle centrali termoelettriche od in inceneritori predisposti per il C.D.R.

Nell’ambito provinciale vi sono alcuni cementifici che, con costi molto più contenuti per contenere la linea fumi, potrebbero usufruire del C.D.R., al posto dei combustibili molto inquinanti ora in uso. Infine le parole dell’Assessore Grisenti “non vi saranno ritardi, perché io proseguo comunque” e le delibere per il progetto del ponte dei rifiuti, pongono seri dubbi sulla effettiva sospensione dell’iter di progettazione dell’impianto e delle opere accessorie, così come auspicato nell’ordine del giorno citato dal titolo “Per una politica integrata dei rifiuti”.

Il Presidente di Italia Nostra (sezione trentina)
Paolo Mayr

 Aggiornato il 25 ottobre 2005

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