Moena: Ex Hotel Corona

Ex Corona, tutto fermo a Trento

“Non capiamo dov’è l’intoppo” dice il presidente di FPB Cassa. L’intoppo forse sta nel fatto che l’accordo urbanistico proposto tra la banca e il Comune di Moena, che prevede la demolizione dell’attuale edificio storico, contiene elementi di forte criticità, tali da comportare dubbi sulla coerenza dell’intervento con i criteri di tutela che la nostra provincia si è data per garantire la salvaguardia dei caratteri identitari del territorio.

Criticità che avrebbero potuto essere evitate con una progettazione diversa, che tenesse conto del valore che risiede nell’autenticità dei nostri edifici storici e dell’importanza della loro conservazione rispetto all’armonia degli agglomerati. La forma e l’organizzazione spaziale dei nostri paesi è un bene comune, che appartiene a tutti gli abitanti, in quanto in quei specifici paesaggi storici -anche in quelli costruiti- tutti possono riconoscere la propria storia e individuare il valore della cultura che ha formato quel luogo.

Proprio per questo i progetti di rilevante interesse pubblico devono essere aperti alla partecipazione di tutta la comunità.

Ricordiamo invece che, fin dall’inizio di questa vicenda, l’amministrazione comunale ha pervicacemente rifiutato qualsiasi confronto pubblico sull’argomento. La richiesta formulata da Italia Nostra Trento al sindaco di Moena, di convocare un’assemblea informativa pubblica che coinvolgesse tutta la cittadinanza e i diversi soggetti portatori di interessi diffusi è rimasta del tutto inascoltata. Probabilmente gli amministratori comunali hanno ritenuto sufficiente, quale forma di partecipazione pubblica, la serata organizzata dall’istituto bancario proprietaria dell’ex albergo Corona, peccato fosse aperta solo ai soci.

Eppure, una diffusa possibilità di interloquire per portare analisi -anche critiche- e per contribuire ad una migliore definizione di un accordo urbanistico costituisce la condizione non solo opportuna, ma necessaria, che deve connotare il processo di formazione di questo strumento di tipo negoziale la cui finalità è quella di disciplinare contenuti di rilevante interesse pubblico. Tanto più quando, come in questo caso, nessuno degli elementi di rilevante interesse pubblico indicati nell’accordo urbanistico proposto da FPB Cassa di Fassa, Primiero e Belluno, trova riscontro negli atti di tipo pianificatorio e programmatorio comunale. 

Essendo stata negata qualsiasi possibilità di interlocuzione con l’amministrazione comunale, l’intervento da parte di Italia Nostra si è quindi limitato alla formulazione di osservazioni alla proposta di variante al piano generale degli insediamenti storici che recepisce i contenuti dell’accordo urbanistico proposto da FPB Cassa di Fassa, Primiero e Belluno. L’articolata osservazione presentata si sofferma su quelle che sono ritenute le principali criticità del provvedimento adottato dal consiglio comunale di Moena lo scorso 5 marzo 2025 e relativamente alle diverse argomentazioni esposte l’amministrazione comunale dovrà formulare, in sede di adozione definitiva, le relative controdeduzioni.

Ancora una volta riteniamo doveroso ribadire che la demolizione dell’edificio ex albergo Corona risulta essere un atto di assoluto sfregio del documento storico-architettonico che esso costituisce, di completo disinteresse per la tradizione e la cultura del luogo, mancanza di rispetto verso la storia del paese e di chi nel tempo l’ha coltivata, protetta e saputa tramandare. L’ex albergo Corona è un tassello importante dell’antico nucleo di Moena, non è un documento singolo, puntuale ma, facendo parte del contesto urbano, è testimone di un modo di organizzare l’impianto urbano, con le sue peculiari relazioni all’orografia del luogo, con le reti di connessione viaria, con le gerarchie spaziali e

volumetriche.  La salvaguardia dell’edificio originario è di fondamentale importanza per preservare i rapporti proporzionali tra il costruito e lo spazio libero circostante, per non alterare i coni visuali storicizzati e anche per non scomporre i rapporti di spazialità, così rilevanti nella definizione specifica di un luogo e nella sua capacità di costituire un forte riferimento identitario per i suoi abitanti.

E infine, al sindaco Kostner preoccupato perché  “Vengono giù gli intonaci, le gronde del tetto sono rotte, serve intervenire”, ricordiamo che il comune ha tutti gli strumenti per obbligare i privati a mettere in sicurezza l’immobile. E ricordiamo anche come troppe volte l’abbandono in condizioni di degrado di un immobile sia modalità strumentale per giustificarne la demolizione!

Il Consiglio direttivo – Italia Nostra Trento

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