


E’ scaduto ieri il termine per la presentazione delle Osservazioni alla Variante al Piano Regolatore Generale degli Insediamenti Storici del Comune di Moena in recepimento di accordo urbanistico proposto da FPB Cassa di Fassa, Primiero e Belluno, che intende rimodellare un ambito del centro storico di Moena con la demolizione dell’edificio storico dell’ex Hotel Corona e la ricostruzione di altro volume su altro sedime.
Italia Nostra sezione trentina ha presentato un dettagliato documento di cui si evidenziano in particolare i seguenti punti:
- La manifestazione da parte dell’amministrazione comunale di una sorta di ostracismo verso l’esercizio del diritto di partecipazione che la normativa prevede e garantisce, per tutti coloro che sono interessati alle scelte di pianificazione territoriale.
- L’ assenza di un dettagliato accordo sottoscritto dalle parti (nella documentazione fornita -peraltro dopo la richiesta di Italia Nostra- c’è solo uno schema di accordo). Relativamente a questo aspetto abbiamo già provveduto a chiedere, con la nota sopra richiamata, che la Provincia autonoma di Trento valuti la legittimità del procedimento adottato dal Comune di Moena.
- La debolezza del concetto di “rilevante interesse pubblico” di un accordo urbanistico che prevede interventi non precedentemente inseriti nella programmazione comunale. Un elemento imprescindibile, infatti, è costituito dal rapporto tra la proposta di accordo e il quadro pianificatorio e programmatorio comunale. L’attività negoziale, infatti, deve trovare coerenza con gli obiettivi che l’amministrazione ha esplicitato (prima dell’accordo) nei propri documenti di pianificazione e di programmazione. A questo proposito si rileva come nessuna delle attività sopra elencate trovi corrispondenza nei documenti di programmazione e di pianificazione del comune di Moena. Non c’è riscontro nelle Linee Programmatiche di mandato relative al quinquennio 2020-2025, quelle che “rappresentano il documento cardine utilizzato per ricavare gli indirizzi strategici”, non c’è riscontro nel Documento Unico di Programmazione, che con cadenza annuale è approvato dal consiglio comunale e nemmeno nella Variante 2024 (recentissima!) con cui il consiglio comunale di Moena ha adottato la Variante generale al piano degli insediamenti storici dando seguito, quindi, a una delle azioni/progetti contenuta nelle Linee Programmatiche di mandato. Più che di un rilevante interesse pubblico, pare si possa parlare di “interesse pubblico indotto”, dove le attività/opere previste non rispondono alla prevalente necessità di raggiungimento di obiettivi contenuti in atti programmatici dell’amministrazione, ma risultano più che altro funzionali al conseguimento del vero “rilevante interesse” di questo accordo urbanistico: rendere possibile l’intervento immobiliare richiesto da FPB Cassa di Fassa, Primiero e Belluno.
- per quanto attiene il tema del traffico nel centro storico di Moena, le affermazioni in ordine alla necessità di messa in sicurezza di alcune delle aree destinate alla viabilità, si caratterizzano per la loro dogmaticità, posto che non risultano supportate da elementi e dati di riscontro oggettivo. A tal proposito non va dimenticato che da oltre un quindicennio, con l’apertura della “tangenziale di Moena”, il traffico di attraversamento del paese e in particolare del nucleo antico, è stato fortemente ridotto.
- La modifica della disciplina d’intervento dell’ex Hotel Corona è certamente l’aspetto più biasimevole di questa variante, sia per quanto riguarda la nuova categoria assegnata a questo storico edificio, sia per gli elementi motivazionali riportati nei documenti. Nella Relazione si afferma che rispetto alle opere in corso per la messa in sicurezza del Rio Costalunga, l’immobile corrispondente all’ex Hotel Corona “costituisce un ostacolo per una messa in sicurezza completa”. Inoltre lo stesso progettista della variante 2024 al PGIS, liquida con due scarne righe di motivazione la decisione che decreta la possibilità di abbattimento dell’ultimo esempio ancora integro di architettura storica che affaccia su Piaz de Sotegrava.
Riteniamo che, in sintonia con tutte le normative nazionali e provinciali sul recupero dei centri storici, la demolizione di un edificio storico, riportato nella mappa autro-ungarica del 1860, centrale rispetto all’abitato, classificato del PGIS in categoria d’intervento R2, sia un atto di assoluto sfregio del documento storico-architettonico che esso costituisce, di completo disinteresse per la tradizione e la cultura del luogo, di arroganza e mancanza di rispetto verso la storia del paese e di chi nel tempo l’ha coltivata, protetta e saputa tramandare.
Italia Nostra sezione trentina – Il Consiglio direttivo
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