Nuova funivia Trento-Bondone , tratta Trento/Sardagna

OGGETTO: Nuovo collegamento funiviario Trento – Monte Bondone, tratta Trento – Sardagna.

Richiesta assicurazioni da Fugatti

Leggiamo oggi sui quotidiani locali la tempestiva replica di Fugatti e Ianeselli alle osservazioni presentate dalle associazioni ambientaliste, dalla circoscrizione di Sardagna, da gruppi consiliari provinciali e gruppi di cittadini. Il brevissimo lasso di tempo tra il termine di consegna delle osservazioni (21 agosto) e la risposta (22 agosto) non ha permesso loro di entrare nel merito delle questioni sollevate (Italia Nostra ha presentato un documento molto dettagliato, di 6 pagine) e di affrontare questo momento come occasione di confronto costruttivo e partecipato. Ancora una volta si è rimasti sulla superficie delle problematiche, dichiarando rispettivamente che la verifica di assoggettabilità a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale è stata chiesta solo per il primo tratto (Trento-Sardagna) per accelerare i tempi autorizzativi e che “ci sarà massima attenzione su ambiente e prescrizioni tecniche” (Fugatti) e che “la città vuole la Funivia perché i cittadini ci hanno votato” (Ianeselli).

A fronte di tali risposte sottolineiamo che il progetto dei 2 lotti (Trento-Sardagna e Sardagna-Vason) era già pronto 3 anni fa e la sua valutazione unitaria avrebbe potuto essere affrontata allora, senza lo spettro della scadenza ravvicinata del finanziamento. Invece gli amministratori provinciali e comunali hanno deciso di sottrarsi al rischio di veder compromesso quanto già deciso e prefigurato e hanno preferito attivare la procedura di screening a ridosso del termine fissato dal Ministero. Tutto ciò con buona pace delle innumerevoli problematiche ambientali che un progetto di questa entità comporta relativamente al suolo e sottosuolo, al rumore, alla biodiversità (vegetazione, flora, fauna, ecosistemi) nonché ai beni culturali e al paesaggio.

È da rilevare anche che l’impegno di “massima attenzione per l’ambiente” preso dal governatore Fugatti non è una dimostrazione di estrema diligenza, ma dovrebbe essere semplicemente il rispetto di un obbligo di legge. Non si capisce però come mai, a fronte di una simile affermazione, nel progetto Trento-Sardagna  siano stati completamente tralasciati o non adeguatamente valutati temi di fondamentale importanza, quali:

  • la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, a fianco della quale passa il tracciato funiviario con la localizzazione di un possente pilone, la cui presenza è solo accennata nel paragrafo 5.1 (attività antropiche) della relazione “Studio preliminare ambientale”. Nessun cenno all’epoca di costruzione(documentata nell’ XI secolo e ampliata nel XV, con il campanile che affonda le radici nel 1100), alle sue caratteristiche architettoniche, ai pregiati affreschi interni, alcuni dei quali attribuiti al Romanino e alla scuola del Fogolino. Nessun approfondimento o accortezza progettuale per il passaggio dell’impianto nelle sue vicinanze. Nessuna valutazione del rapporto che verrà ad instaurarsi tra il grande pilone previsto sulla sommità della rupe e il pregiato manufatto storico-architettonico;
  • risulta completamente assente lo studio degli elementi vedutistici e dell’assetto percettivo, scenico o panoramico (siti e percorsi panoramici, aree visibili dai succitati luoghi, ambiti di percezione) e degli elementi di lettura di qualità e criticità paesaggistiche (elementi peculiari e distintivi, integrità, qualità visiva, rarità, degrado, sensibilità, vulnerabilità/fragilità …),  indispensabile per mettere in rilievo le relazioni visive, storico-culturali, simboliche, delle varie componenti del sistema con il contesto;
  • l’impatto paesaggistico della soluzione progettuale è stato analizzato in modo ridotto e semplificato, con l’attenzione rivolta solamente all’armonizzazione delle 3 stazioni con il contesto. Il sistema proposto però non si configura esattamente come “funivia” ma più esattamente come “serie telecabine ad ammorsamento temporaneo automatico”, dove una “collana” di tante cabine sarà trainata da cavi supportati da una notevole quantità di piloni e solcherà il fiume Adige e le pendici del Bondone senza soluzione di continuità. L’impatto paesaggistico va verificato su tutto il tracciato, anche con  rendering specifici.  Settorializzare le varie componenti e focalizzare l’attenzione solo sulle stazioni risulta un’inacettabile riduzione e semplificazione delle problematiche;
  • non è stata adeguatamente descritta la situazione della Discarica per inerti in località Sardagna tuttora in attesa della definitiva chiusura secondo quanto previsto dalla normativa di settore e soprattutto non sono state valutate le interferenze visive con un ambito così problematico;
  • in tema di aspetti progettuali, non è nemmeno stato preso in considerazione il mantenimento del tracciato dell’attuale Funivia Trento-Sardagna, pur riconoscendo nella stessa una delle icone di Trento e del suo territorio e dichiarando che ad oggi la cabinovia è parte integrante del contesto paesaggistico nonché socio-economico-culturale sia di Trento, sia della Circoscrizione, e più in particolare dell’abitato, di Sardagna;
  • non è stata presa in considerazione la Variante 2024 al PRG di Trento e il documento contenente Indirizzi per la progettazione dell’area in via Césa Vécia a Sardagna, con l’obiettivo di ridurre il più possibile il consumo di suolo verde e di minimizzare l’impatto ambientale e paesaggistico, stando al quale il progetto del parcheggio doveva inserirsi in maniera meno impattante possibile rispetto all’ambiente prevalentemente agricolo in cui è localizzato;
  • non è stata nemmeno richiamata la Variante tecnica 2023-2024 , ora in regime di salvaguardia, con la quale il comune di Trento ha inteso approfondire e incentivare la disciplina di tutela del proprio territorio sotto il profilo paesaggistico, predisponendo la Carta del Paesaggio, uno strumento di pianificazione finalizzato ad individuare “le strategie e le regole per la gestione paesaggistica del territorio”.

Al sindaco Ianeselli il gruppo di 11 associazioni ambientaliste ha invece chiesto di farsi promotore di un ruolo attivo e responsabile del Comune di Trento nel processo di progettazione e valutazione e di sostenere la richiesta di assoggettamento del progetto alla procedura di VIA, quale strumento fondamentale di democrazia, che consente a cittadini, enti e portatori di interesse di essere informati, di esprimere osservazioni e di contribuire alla trasparenza e qualità delle scelte. È un peccato che la lettera di data 08.08.2025 sia rimasta inevasa e che l’unica risposta sia quella che assicura un totale affidamento a quanto proposto dalla Provincia.

In definitiva, a seguito di uno studio approfondito del progetto, riteniamo che esso sia lacunoso su diversi aspetti, ma soprattutto sulle procedure e sul tema paesaggistico, così tanto rilevante per l’interesse comune e tutelato anche dalla Costituzione italiana. Si tratta di una proposta fallimentare già in partenza, con pesanti debiti di gestione assicurati, così come è già stato per l’Arena Rock della Provincia e come sarà, dal punto di vista funzionale, per l’Hub intermodale del Comune (spunto iniziale per il nuovo tracciato della Funivia del Bondone) che richiederà a cittadini e turisti di percorrere a piedi 800 metri – superando un cavalcavia e con bagagli al seguito – per passare dalla stazione dei treni a quella delle corriere o per raggiungere il centro città arrivando in pullman dai paesi circostanti o dalle valli.

Trento,  23.08.2025

Italia Nostra Trento – Il Consiglio direttivo

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