Tutela

Tutela del patrimonio storico (architettonico, edilizio, paesaggistico)

Trento città dipinta: ciclo di conferenze

data: 
Dom, 15/04/2018

Dopo il partecipato convegno a Palazzo Geremia del novembre 2017 prosegue l’opera di sensibilizzazione sulla salvaguardia e il restauro del patrimonio pittorico esterno, di cui la città di Trento è particolarmente ricca, con un ciclo di quattro conferenze presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento, dal 17 aprile al 23 maggio.

Trentino da salvare, salvato e perduto - Iniziativa con quotidiano L'Adige

data: 
Lun, 30/05/2005

 

Iniziativa di Italia Nostra in collaborazione col quotidiano "L’Adige"

Trentino da salvare, salvato e perduto. Il nuovo progetto di censimento del patrimonio culturale e ambientale trentino formulato dalla sezione locale di Italia Nostra in collaborazione con il nostro quotidiano è stato presentato ieri, 29 maggio 2005, a Lasino in occasione dell´assemblea annuale dell´Associazione.

Aperto dal saluto del sindaco Mario Zambarda nella splendida cornice di Villa Ciani-Bassetti, oggi proprietà della famiglia Fronza, l´incontro ha offerto l´occasione per un bilancio delle attività svolte e per un ambizioso rilancio. «Il 2004 è stato un anno nero per l´ambiente in Italia - ha riconosciuto il presidente Paolo Mayr - ma non abbiamo rinunciato a combattere le nostre battaglie contro l´egoismo, la stupidità, l´ignoranza». Nonostante le ristrettezze di numeri e di bilancio - Italia Nostra si sostiene unicamente attraverso la disponibilità dei soci e le donazioni - moltissimi sono stati i momenti di riflessione e le iniziative, le proteste e i ricorsi. L´assalto ai centri storici, l´ordinamento dei Parchi provinciali, il «caso» dello Stelvio, la proposta di legge sulle aree demaniali, la gestione faunistica; e ancora, il collegamento Pinzolo - Campiglio, il carosello Folgaria - Val d´Astico, l´insediamento dell´inceneritore, la mobilità e l´inquinamento indotto sono altrettanti temi di un´agenda affrontata e ripercorsa con fermezza. «La situazione attuale è critica - ha concluso Mayr - occorre una regia pensante e di alta moralità, capace di resistere alle clientele e alle pressioni aziendali»; d´altra parte è tempo di superare il malinteso scontro tra ambientalisti e forze economiche e di riconoscere che la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale è finalità primaria di ogni società previdente e progredita.

In questo contesto si inserisce la nuova iniziativa illustrata dal vicepresidente Salvatore Ferrari e del direttore de «l´Adige» Paolo Ghezzi: un´indagine capillare sul territorio che possa verificare cosa è cambiato - cosa è perduto, cosa è stato salvato, cosa è ancora possibile salvare - negli ultimi cinquant´anni. Tributo alla storia dell´Associazione, che nel 1967 organizzò con il Touring Club la celebre mostra «Italia da salvare», l´iniziativa prosegue una tradizione locale che va dal «Brenta da salvare» della Sat nel 1968 alla «Trento da salvare» del Rotary Club nel 1989. Nuovo viaggio nelle valli trentine esplorate da Aldo Gorfer, il progetto si lega strettamente anche alla storia de «l´Adige»: l´incontro tra il grande giornalista e il fotografo Flavio Faganello potrebbe oggi rivivere nella nuova generazione. Anche per questo, ha spiegato Paolo Ghezzi, «la proposta di Italia Nostra è giunta inattesa ma gradita e interessante».

Tutti sono invitati a contribuire con le loro segnalazioni ad individuare emergenze e priorità: ogni mese Italia Nostra organizzerà un incontro che sarà occasione di scoperta, confronto, progettazione; ogni mese, «l´Adige» darà spazio al progetto divulgando in progressi risultati del censimento, che potrebbe culminare in una mostra e in una pubblicazione.

di Katia Malatesta - L’Adige 30 maggio 2005
Monografie uscite

 * La valle dei Laghi - L'Adige 15 agosto 2005


Partecipa anche tu inviando una segnalazione alla sezione trentina di Italia Nostra

 Aggiornato il 22 agosto 2005

Bentornata Torre Vanga

data: 
Giov, 22/11/2007

 

Italia Nostra è lieta che, finalmente, dopo tanti anni di chiusura, Torre Vanga, prezioso monumento storico, architettonico e paesaggistico, ritorni alla fruibilità della popolazione del Trentino e all’interesse dei viaggiatori.

Essa non manca mai nelle raffigurazioni della città, a partire dall’acquerello di Dürer (1495 circa) fino alle vedute ottocentesche, come punto focale e strategico del passaggio sul fiume, ovviamente prima dell’infelice deviazione dell’Adige (1858).

Della grande importanza storico-monumentale-tradizionale dell’edificio Italia Nostra è sempre stata fortemente convinta, tanto che all’indomani della devastante alluvione del 1966, che danneggiò seriamente la Torre, stanziò un sostanzioso contributo (due milioni di lire) per i necessari lavori di restauro e ripristino.
Sempre nel 1967, a lavori ultimati, Italia Nostra trovò ospitalità nella Torre per una grande mostra dedicata alla conoscenza e difesa del patrimonio ambientale della valle dei Mocheni. Infine, negli anni 1999-2000, attraverso severe denunce riportate sulla stampa locale, Italia Nostra è riuscita, assieme ad altri, a far sospendere l’iter del complesso dei lavori, promossi dalla stessa Soprintendenza per i Beni Architettonici (all’epoca Ufficio Beni monumentali ed architettonici) della PAT, che avrebbero irrimediabilmente modificato e snaturato la configurazione interna, a dispregio dei consolidati criteri di intervento in edifici storici e perdipiù soggetti a tutela monumentale. In questa circostanza ci fu un saggio ripensamento da parte degli organi provinciali di tutela e i necessari lavori di completamento del restauro vennero condotti con severi criteri di salvaguardia.

E’ immediato e molto triste il confronto tra questo episodio positivo e il comportamento riservato alle ottocentesche carceri austroungariche di Trento: da una parte si è proceduto all’accurato restauro di Torre Vanga, edificio adibito a carcere nella prima metà del XIX secolo, dall’altra si è decretata la distruzione del carcere attuale, anche se di alto valore storico, architettonico e monumentale.

Ben tornata quindi la torre sul fiume, la torre strategica a guardia delle vie verso ovest, la torre prigione, la torre laboratorio!

Trento, 22 novembre 2007

I ng. Paolo Mayr
Presidente della sezione trentina
di Italia Nostra onlus

Il lento innarrestabile degrado dell'ambiente di S. Michele all'Adige

data: 
Mer, 29/03/2006

 

Le recenti giornate FAI hanno portato all’attenzione ed all’ammirazione dei trentini il patrimonio storico, architettonico, artistico, naturalistico e culturale della borgata, in particolare la chiesa parrocchiale ricchissima di capolavori d’arte, l’antico convento agostiniano ora sede dello straordinario Museo degli Usi e dei Costumi delle Genti Trentine ed il prestigioso Istituto Agrario, centro ormai secolare di cultura e ricerca.

Se tutto ciò si è rivelato di grande valore e di straordinario interesse, ampliando lo sguardo oltre e tutto attorno al nucleo centrale, percorrendo verso nord le vie dell’antico borgo e verso sud quelle recenti, cercando di avvicinarsi al fiume, ci siamo imbattuti in tanti e gravi elementi di degrado, presenti e futuri, che inquadrano più realisticamente la realtà ambientale della borgata.

Il centro storico, nel quale sono presenti pregevoli edifici, evidente incrocio della cultura italiana e tedesca, appare in situazione di forte degrado, con inserimento di costruzioni ed elementi anomali, con grave disordine ed abbandono; esso è coperto, specie sul lato sud, da edifici recenti disordinati e di scarso pregio, che poco invitano ad addentrarsi nel vecchio borgo, dove peraltro la ricettività è assai carente.

L’interessante cortina di case lungo il fiume, schiacciata e schermata dalla strada statale, è grigia di polvere e di abbandono. A fianco corre il fiume, non godibile, pieno di rifiuti ed odoroso di scarichi fognari; dalla riva si può ammirare il potente ponte ad arco o osservare sconsolati il prepotente edificio commerciale realizzato in sponda destra, graziosamente munito di abbaini e di finiture azzurre; all’incrocio con il ponte un doloroso S. Giovanni Nepomuceno osserva preoccupato il disastro ambientale.

A sud del centro storico si incontrano vari edifici pubblici:

    * accanto allo storico albergo Aquila Nera la scuola elementare, in pieno stile tecnologico anni 60, in forte contrasto con i fabbricati limitrofi, saggiamente destinato alla demolizione, per fare posto ad una nuova scuola, che si spera molto più rispettosa delle preesistenze e consapevole di costituire il lato sud del portale di ingresso al castello ed all’Istituto;
    * il nuovo municipio e la nuova biblioteca comunale con aggressiva e potente copertura a due falde in legno lamellare, porticati e pilastroni in c.a.;
    * il palazzetto polivalente, con struttura in acciaio, configurato a baule con vari corpi aggiunti;
    * la scuola materna, bassa, di grande semplicità, con copertura piana.

Un assemblaggio variegato di tipologie edilizie, di forme e di materiali, senza apparente logica d’insieme; c’è da attendersi prossimamente un edificio tedeschizzante con erker e torrette (ispirato al centro storico), un fabbricato contraffortato e merlato (ispirato al castello) e ovviamente un palazzo con rivestimento in vetro fumé.
Questo è il presente, ma altre brutte sorprese si approssimano nel futuro: il convitto, in costruzione a nord dell’Istituto Agrario, a seguito di vivaci proteste e documentazioni da parte di Italia Nostra, di altre Associazioni e di molti cittadini di S. Michele, è stato leggermente abbassato e spostato verso est. Rimarrà comunque una presenza impattante nei riguardi dell’antico convento agostiniano; la sua localizzazione venne basata sulla falsa notizia della presenza di resti archeologici, là dove era stato progettato in modo molto più corretto dall’arch. Renzo Aste di Rovereto, allarme smentito dal Servizio Archeologico provinciale fin dal 1992, ma purtroppo ribadito (?!) dall’Assessore provinciale Grisenti nel 2002.

Infine il progetto dell’Università di Enologia e biotecnologie verdi, previsto a sud dell’Istituto nella zona ex stalle, un blocco compatto di 30.000 mc circa, alto 17 mt. e lungo 81,50, un “casermone, una struttura mastodontica tipologicamente anomala, un obbrobrio, una colata di cemento”, così come è stato definito sulla stampa, che verrà ad insediarsi in una zona di grande pregio ambientale, coprendo ad est i vigneti retrostanti e perfino la base boscata della montagna. Il progetto è stato imposto frettolosamente senza concorso di idee, senza essere preceduto da uno studio generale sull’intera area destinata ad “Attrezzature di interesse provinciale”, così come previsto dalle norme del P.R.G., senza il rispetto delle norme di zona e tra l’altro senza la definizione delle effettive disponibilità di parcheggio.

È oltremodo auspicabile quindi, essendosi interrotto l’iter di approvazione dell’iniziativa universitaria, che chi di dovere sappia salvaguardare in modo più sensibile le caratteristiche ambientali, storiche e paesaggistiche del proprio territorio, ricercando una soluzione più organica e rispettosa dello stesso. Una sana autocritica da parte dei tecnici e degli amministratori sarebbe opportuna e necessaria, poiché se si continuerà a costruire edifici senza logica e senza rispetto delle preesistenze e delle valenze ambientali, si degraderà irrimediabilmente il valore dell’insieme e dei singoli complessi monumentali e conseguentemente il loro interesse e la loro appetibilità.

Il Presidente della sezione trentina di Italia Nostra
ing. Paolo Mayr

Trento, 29 marzo 2006
 Aggiornato il 25 aprile 2006

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