Interventi a sostegno del territorio

Carcere di Trento - Lettera aperta all'assessore provinciale alla Cultura

data: 
Mar, 24/05/2011

Gentile assessore Franco Panizza,

in attesa che il Procuratore della Repubblica notifichi alla Presidente nazionale di Italia Nostra, dott.ssa Alessandra Mottola Molfino, la richiesta di archiviazione al gip del fascicolo aperto in merito al nostro esposto (estate 2010) per la salvaguardia del vecchio carcere di Trento – di cui danno notizia oggi i quotidiani locali – ritengo opportuno rivolgermi a Lei per sottoporle alcune richieste.

 

Continua nell'allegato...........

Tagli provinciali al settore culturale e al disegno di legge 1 dicembre 2004, n. 87 - Osservazioni

data: 
Giov, 13/01/2005

 

(Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2005 e pluriennale 2005-2007 della Provincia Autonoma di Trento)

Osservazioni indirizzate a Giuseppe Parolari Presidente della Seconda Commissione Permanente del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento

1.  La Sezione Trentina di Italia Nostra onlus intende manifestare il più totale dissenso per la miope decisione della Giunta provinciale di Trento di ridurre drasticamente a partire dal 2005 le risorse per il Dipartimento Beni e Attività Culturali della PAT, che troverà immediata attuazione con l’approvazione della legge finanziaria (disegno di legge n. 87 d’iniziativa giuntale).
Tale scelta non favorisce certo quella “concezione della cultura come fattore strategico di promozione socio-economica del territorio” o la “valorizzazione della produzione culturale dei territori” di cui parla il Presidente Dellai nella relazione che illustra il bilancio 2005. La diminuzione di quasi il 2,5% della spesa corrente unita a quella di quasi il 20,4% della spesa in conto capitale contribuirà ad indebolire fortemente (per il 2005) e a paralizzare (nel 2007) l’attività di tutela del patrimonio storico artistico del Trentino - prevista tra l’altro dall’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana – ma anche a ridurre le iniziative di promozione culturale programmate da Enti pubblici, Associazioni e privati. Le spese per l’intero Dipartimento passeranno dai 62.899.624,05 del 2004 (previsioni assestate) ai 54.826.676,73 del 2005 (previsioni) con una diminuzione di oltre 8 milioni di Euro (-12,83%) e si ridurranno addirittura a 44.860.682 Euro nel 2007 (previsioni) con un calo di circa 18 milioni di Euro (-28,68%) rispetto all’anno scorso. Le Soprintendenze per i Beni Architettonici e per i Beni Storico-Artistici risultano le più penalizzate: la prima passa dai 15.372.581 Euro del 2004 agli 11.345.861 Euro del 2005 (-26%) fino ai 7.677.548 Euro del 2007 (-50% circa rispetto al 2004); la seconda vede calare le risorse finanziarie dai 3.047.662 Euro del 2004 ai 1.249.809 Euro del 2005 (-59%) ai miseri 852.134 Euro del 2007 (-72%). Tra le voci più interessate dai tagli spiccano il piano d’investimenti per i beni architettonici (prosecuzione degli interventi di recupero e restauro di castelli, palazzi, dimore storiche, forti, ecc…già decisi nel 2004) che passa dai 4.779.243 Euro del 2004 ai 1.410.553 del 2005 (-70%: -3.368.689 Euro) e i contributi in conto capitale per il restauro di beni storico-artistici soggetti a tutela (dipinti su tela, su tavola o su altri supporti, affreschi, sculture, ecc…) di proprietà di parrocchie, comuni e privati incredibilmente (e vergognosamente!) abbassati dai 2.038.662 Euro del 2004 ai 227.800 Euro del 2005 (-89%: -1.810.862 Euro). Aumentano di poco gli investimenti per la Soprintendenza per i Beni Archeologici (+4,5%: +175.286 Euro). L’aumento più consistente riguarda le risorse per la catalogazione dei beni storico-artistici che passano dai 51.000 Euro del 2004 ai 331.000 Euro del 2005 (+550% ca.: + 280.000); di questi 260.000 Euro (quasi l’80% del totale) saranno però utilizzati dalla Curia diocesana tridentina per finanziare il progetto di catalogazione dei beni culturali di proprietà ecclesiastica (grazie ad una convenzione PAT-Arcidiocesi che dovrebbe essere firmata nelle prossime settimane). Per quanto sopra esposto Italia Nostra chiede ai Consiglieri Provinciali di incrementare le risorse finanziarie previste per il settore culturale, recuperandole da altri capitoli non altrettanto importanti per la crescita di tutta la collettività trentina. Sembra oltremodo riduttivo e rischioso affidarsi, come ha dichiarato l’Assessore Provinciale alla Cultura Margherita Cogo (l’Adige, 11 gennaio 2005) all’assestamento di bilancio 2005 per recuperare le risorse necessarie, oltretutto con importi del tutto insufficienti (“ 2 milioni in più forse basterebbero” : dichiarazioni della Cogo rilasciate al Trentino il 5 gennaio 2005.)

2.  Per quanto riguarda il d.d.l. n. 87 la sezione trentina di Italia Nostra chiede ai Consiglieri Provinciali di proporre ed approvare un emendamento al comma 1 dell’articolo 12 (Costituzione della società “Patrimonio del Trentino s.p.a.”) che escluda la possibilità da parte della società per azioni di alienare il “demanio storico ed artistico”, ovvero di vendere gli immobili di valore storico-artistico di proprietà della Provincia Autonoma di Trento, degli Enti funzionali e degli altri Enti locali. La nostra proposta intende eliminare il rischio di dismissione del patrimonio immobiliare d’interesse culturale esistente il Trentino attraverso operazioni di cartolarizzazione, così come già avvenuto a livello nazionale dopo l’approvazione della Legge n. 410 del 23 novembre 2001 (promossa dall’ex ministro Tremonti) – a cui si rifà chiaramente l’articolo del disegno di legge provinciale! – e della Legge n. 112 del 15 giugno 2002 che ha istituito la “Patrimonio dello Stato s.p.a”. Ricordiamo che l’esclusione dei beni culturali da quelli alienabili fu richiesta nel giugno del 2002 anche dal Presidente Ciampi con una lettera ufficiale alla quale il Presidente del Consiglio rispose in modo evasivo. Ci auguriamo che non accada la stessa cosa anche in Provincia di Trento, ovvero che non cominci anche qui quell’assalto al patrimonio culturale per “fare cassa”, così ben descritto da Salvatore Settis, direttore della Scuola Superiore Normale di Pisa nel suo volume Italia S.p.A (2002) e da Maria Serena Palieri (con contribuiti di Giuseppe Chiarante e Vittorio Emiliani) in Patrimonio s.o.s: la grande svendita del tesoro degli italiani (2004), cui si rinvia per ulteriori approfondimenti sulla questione.

Il Presidente della sezione trentina di Italia Nostra
ing. Paolo Mayr

Trento, 13 gennaio 2005

Aggiornato il 24 agosto 2005

Tiarno di Sopra - Lettera al sindaco

data: 
Lun, 03/10/2005

 

Osservazioni in merito all’alienazione di territorio comunale (delibera del consiglio comunale n. 23 del 1 agosto 2005) e alla variante al piano regolatore generale del comune di Tiarno di Sopra (delibera n. 24 del 1 agosto 2005) ai sensi art.40 della L.P. 22/91

Egr. Signor Vito Oliari
Sindaco del Comune di Tiarno di Sopra

Egregi Signori consiglieri comunali

Sorprende che esista ancora un comune in Trentino che proponga uno sviluppo della propria comunità basato su modelli di “consumo del territorio” ormai superati e in molti casi rivelatisi anche dannosi.

La zona interessata dalla variante presenta caratteristiche ambientali eccezionali, tanto da ricadere in un SIC (Sito di Importanza Comunitaria) previsto dalla direttiva Habitat della rete europea “Natura 2000” ed essere contigua al Parco Naturale dell’Alto Garda della Regione Lombardia e ad un’area del territorio trentino che il PUP considera meritoria di essere tutelata ed organizzata a Parco (Parco del Cadria).

La conca di Tremalzo rappresenterebbe, quindi, l’anello di congiunzione tra Parco trentino e Parco lombardo, con tutte le conseguenti possibilità di vera promozione dell’area – anche economica – conservando le connotazioni ambientali ed eventualmente risanando le strutture fatiscenti di precedenti iniziative di “valorizzazione”, che si sono trasformate in “ferri vecchi”.

Dall’analisi del “progetto di sviluppo di Tremalzo”, alla base della presente variante, emerge chiaramente come si sia di fronte all’ennesima operazione di carattere immobiliare destinata:
1. ad espellere le tradizionali attività agricole e pastorali, da sempre importanti componenti dell’economia del comune di Tiarno di Sopra;
2. a “svendere” un patrimonio comunitario (uso civico), di ben 41.295 mq, con una inadeguata compensazione di ricaduta economica, secondo modelli già disastrosamente sperimentati in passato in altri comuni della Provincia di Trento.

Tale “svendita” può far intravvedere responsabilità di ordine contabile e penale per quegli amministratori che si rendessero responsabili dell’operazione. Motiviamo queste considerazioni, in base a precedenti esperienze, dove simili operazioni hanno portato in tempi rapidi a trasformare le strutture ricettive in residence e seconde case (Madonna di Campiglio, San Martino di Castrozza, Lavarone, ecc…), senza quindi ricadute in termini occupazionali e senza apportare benefici alle comunità locali. Accanto all’enorme sacrificio patrimoniale e agli ingenti costi per le infrastrutture di servizio a carico del Comune e degli altri Enti pubblici, che saranno chiamati a contribuire alla realizzazione del progetto, va segnalato, come ulteriore conseguenza negativa, lo spostamento del bestiame in una nuova malga ancora da costruire ad una quota inferiore rispetto a quella attualmente in funzione, che si propone di trasformare in ristorante.

Ciò può comportare problemi legati allo smaltimento delle deiezioni bovine e alla mancata concimazione naturale dei prati a monte. Appare, inoltre, ridicolo, a nostro parere, che il bestiame venga “cacciato” dalla sua sede storica e funzionale, riconvertendo la casera in “museo della malga”! Il carattere meramente speculativo-immobiliare dell’operazione si manifesta osservando il rapporto tra le previsioni del numero di sciatori e l’abnorme aumento delle volumetrie edilizie, che oltre all’ampliamento e talvolta al raddoppio (si veda il caso dell’ex Hotel Tremalzo) delle strutture esistenti, prevede nuovi fabbricati con un’aggiunta di volumetria di almeno mc. 60.500. La netta subordinazione ad interessi privati è evidente sia nella proposta di spostamento – con ulteriore consumo di porzioni considerevoli di bosco – della strada provinciale, sia nella previsione di far fronte ai fabbisogni termici invernali dei nuovi complessi con una centrale di teleriscaldamento alimentata dagli scarti lignei della Val di Ledro. In conclusione, per le considerazioni sinteticamente sopra illustrate, la sezione trentina di Italia Nostra onlus ritiene la variante al PRG lesiva degli interessi collettivi non solo locali, per cui propone lo stralcio completo di quanto deliberato.

Il Presidente della sezione trentina di Italia Nostra onlus
Ing. Paolo Mayr

Aggiornato il 25 ottobre 2005

Regali agli impiantisti e tagli alla cultura

data: 
Mer, 25/01/2006

 

Nei giorni scorsi la stampa locale ha messo in evidenza i sovrabbondanti “regali natalizi” (svariati milioni di Euro), concessi dalla Giunta della Provincia Autonoma di Trento alle società funiviarie per realizzare nuovi impianti a fune, potenziare e ammodernare quelli esistenti e per le opere accessorie (si veda ad esempio l’invaso nella Piana di Nambino per l’innevamento artificiale).

A questo proposito il mese prossimo la sezione trentina di Italia Nostra valuterà l’opportunità di ricorrere alla Commissione europea per chiedere l’annullamento della decisione C (2003) 3888, che ha dichiarato compatibile con il Mercato Comune le agevolazioni previste dalla legge provinciale 35 del 15 novembre 1988 (aggiornata dalla Finanziaria 2003).
Viceversa gli organi di stampa non hanno evidenziato i tagli al Dipartimento Beni e Attività Culturali, previsti dalla manovra finanziaria approvata il 22 dicembre. Il settore “Cultura e Sport” risulta il più penalizzato - con una riduzione delle spese del 6,78% (compresi i fondi intersettoriali) rispetto al 2005 – seguito a ruota dal settore agricolo (-6,64%) e dalle politiche sociali (-5,31%), mentre i tagli per l’ambito delle “Infrastrutture per la mobilità e reti” sono pari allo 0,17 %.

Leggendo attentamente le cifre del bilancio si scopre, in realtà, che le risorse per lo Sport (che sono sommate a quelle della Cultura nelle tabelle di bilancio) per il 2006 sono state incrementate di ben 1.650.016 € rispetto all’anno in corso. I tagli, di conseguenza, sono tutti a carico del Dipartimento Beni e Attività Culturali e vanno sommati a quelli già operati nel bilancio 2005 (-2,5% della spesa corrente e -20% della spesa in conto capitale rispetto al 2004). Gli ambiti più colpiti sono, come sempre, le Soprintendenze.

Quella per i Beni Architettonici passa da € 12.140.861 del 2005 a € 9.976.873 del 2006 con una diminuzione di € 2.163.988 (- 17,82%); quella per i Beni Archeologici passa da € 4.083.006,47 (2005) a € 3.129.966,45 (2006) con una riduzione di 953.040, 02 (-23,24%); quella per i Beni Librari e Archivistici passa da € 1.929.000 (2005) a 1.709.000,00 (2006) con una riduzione di € 226.000 (-11,40%). Un leggero incremento (+ € 213.380, pari al 10,67%) lo registra la Soprintendenza per i Beni Storico-Artistici, che vede aumentare le risorse finanziare da € 1.999.809,00 (2005) a € 2.213.189,00 (2006), a parziale risarcimento della pesante riduzione praticata nel 2005 (-59% rispetto al 2004). Aumentano anche i fondi per il Servizio Attività Culturali (+€ 536.730,64, pari a +1,55%), che potrà spendere € 35.153.000 al posto di € 34.616.269,36 del 2005 (ma erano € 38.147.301,09 solo due anni fa!).

A nulla sono serviti gli appelli a non ridurre gli investimenti in cultura, lanciati nei mesi scorsi da operatori e associazioni culturali, né sono stati attuati gli impegni contenuti in due ordini del giorno approvati dal Consiglio Provinciale nella seduta dello scorso 3 febbraio, che impegnavano la Giunta provinciale a “valorizzare ulteriormente il patrimonio dei beni culturali…, garantendo adeguati finanziamenti” e ad “assicurare il mantenimento delle attuali attività della Provincia nella conservazione e valorizzazione dei beni culturali”!

Dalla cronaca delle audizioni presso la Seconda Commissione permanente (17 novembre 2005) non risulta che l’assessore Cogo abbia espresso qualche perplessità di fronte a questi nuovi tagli, limitandosi ad affermare che “gli investimenti finanziari del settore culturale si riflettono sul futuro della nostra società per cui devono essere programmati con lungimiranza” (! ?) (comunicato a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Provinciale).
E poi si continua a ripetere in seminari, convegni, incontri, conferenze, presentazioni di libri, che gli investimenti in cultura sono prioritari. Infatti!

Per la sezione trentina di Italia Nostra onlus
Paolo Mayr e Salvatore Ferrari
Aggiornato il 25 gennaio 2006